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Così la sinistra è passata dai compagni intellettuali agli influencer

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Un tempo, quando si preparavano le liste elettorali, a sinistra si era sempre attenti ad inserire un congruo numero di intellettuali. Erano professori di un certo peso, con cariche e titoli accademici importanti, provenienti per lo più dal settore umanistico. Tutto si può dire, tranne che fossero degli “scappati di casa”: la loro formazione era solida, spesso iniziata ai tempi del fascismo, alla scuola di Gentile o in quella palestra culturale di indubbio spessore che fu la rivista Primato di Giuseppe Bottai. 

Dopo la Liberazione, in molti non ebbero difficoltà a cambiare casacca, a rispondere all’appello a “convertirsi” lanciato dalla nuova Chiesa, cioè il Partito togliattiano, che, magnanimamente, fece capire loro che li avrebbe “purificati” dalle colpe del passato.  (...)

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