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Basilicata, la vendetta di Pittella: come ha messo il turbo a Bardi

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La vendetta è un piatto che va servito freddo. E Marcello Pittella lo sa benissimo. L'ex governatore della Basilicata, costretto a dimettersi in seguito a un'inchista sulla sanità regionale, era stato poi scaricato dal Pd che aveva deciso di non candidarlo alle politiche. Da lì la scelta di passare in Azione, al fianco di Carlo Calenda. Pittella aspettava il suo ex partito al varco, proprio a quelle regionali che hanno visto trionfare Vito Bardi

Azione, così come Italia Viva, ha deciso di abbandonare la sinistra per sostenere il governatore uscente di Forza Italia. Una candidatura moderata che ha consentito agli ex membri del Terzo Polo di dare il ben servito al campo largo di Schlein e Conte, dove non si sentivano ben accetti. E la mossa ha funzionato. Azione e Orgoglio lucano (la lista formata dai renziani) hanno totalizzato oltre il 14% dei voti, consegnando il secondo mandato a Bardi. Se infatti avessero corso con il centrosinistra, per il candidato di Forza italia non ci sarebbe stato nulla da fare. 

 

 

Oltre al grande risultato di lista, da segnalare che il consigliere regionale più votato è stato proprio Marcello Pittella. Con oltre 7 mila preferenze nella provincia di Potenza, l'ex governatore è risultato il recordman di questa tornata elettorale. Se Azione può gioire, anche Italia Viva esulta. Il grande lavoro sviluppato intorno alla lista Orgoglio lucano è da attribuire a Mario Polese, consigliere uscente ex Pd, passato poi con Matteo Renzi. Il senatore renziano Enrico Borghi ha subito voluto mandare un messaggio agli ex alleati del campo largo: "Si vince al centro. Quello schifato da Conte, e mollato da Schlein per correre dietro alle fumisterie ideologiche di un “campo largo” che per l’ennesima volta si frantuma nelle urne".

 

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