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Roccella, lo sfregio di Luca Bottura: "La bava alla bocca per Prodi andava bene?"

Francesco Storace
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E poi ci sono quelle simpatiche bestioline che non stanno in Parlamento ma si sfogano contro quelli che hanno il potere che vorrebbero loro. Il caso Roccella evidenzia anche quei mostriciattoli della sinistra che si schierano – autentici eroi del terzo millennio – contro chi difende la ministra. Li immagini alla tastiera furenti, «e adesso leggi che gli scrivo a questi», come la sinistra chiama la destra.

In testa una neoaspirante onorevole, Cecilia Strada, issata da Elly Schlein in testa alla lista Pd del nord-ovest per le europee. Il suo commento è lapidario, del resto a sinistra nella lista del due Fratoianni-Bonelli candida la Salis e non può sfigurare: «Una contestazione. Quando si esprime una posizione succede, a me» sulla questione migranti «succede da anni. Quello che mi preoccupa di più piuttosto è vedere dei giovani che devono contestare per il diritto di gestire il proprio corpo. Mi spaventa di più questo». Avercene, di europarlamentari così rispettosi del diritto di parola... Il fanatismo diventa una bandiera, altro che storie.

 

 

 

Ma soprattutto c’è lui, il principe del cosiddetto dissenso, quello che ogni giorno aizza contro il regime che non c’è. Per lui, Tomaso Montanari, che è pure rettore dell’università per stranieri di Siena, ci manca poco che a scusarsi debba essere Eugenia Roccella: «Alla signora ministra Roccella sfugge l’abc della dinamica democratica: è dal basso che si contesta chi si trova in alto, e ha mille possibili tribune, mentre è dall’alto che si censura chi si trova in basso e ne ha infinitamente di meno, spesso nessuna...».

Da non confondere con i “democratici”... Categoria: e nun ce vonno sta. Hanno perso le elezioni e ancora rosicano. Poi, i cosiddetti comici, quelli che usano la politica per farsi un po’ di notorietà visto che il “regime” li ignora. Uno specialista del ramo è Luca Bottura, che la racconta nemmeno tanto sorridente: «Ma quindi quando Romano Prodi veniva accolto ovunque da torme di “oppositori” con la bava alla bocca andava bene? No, perché sono gli stessi che dicono “altro che il fascismo” parlando della Roccella”». È spiritoso secondo voi? Dove stavano le torme di oppositori? Faccia un giro in campagna elettorale il buon Bottura. E si accorgerà che nessun comizio della sinistra sarà contestato dai giovani di destra. Mentre è una costante al contrario. Una volta faceva ridere di più.

 

 

 

Lo segue Alessandro Robecchi, altro campione di satira invecchiata: «Fischiare un ministro è un sacrosanto diritto dei cittadini. Se Roccella non gradisce il dissenso può andare a fare un altro lavoro, che tra l'altro sarebbe meglio per tutti». Un altro sincero democratico. Gli sfugge il dettaglio che le elezioni le hanno vinte di qua, e molti di quelli che devono cercarsi un lavoro stanno dalla parte sua. Non perde la battuta – perla categorie delle scrittrice femministe e rosse – Ritanna Armeni, che punta il ditone verso la ministra: «Roccella non faccia la vittima. Non è censura, solo contestazione pacifica». Allora meno male che non l’hanno menata? Per la Armenni «la censura la esercita chi ha potere nei confronti di chi non ce l’ha. Un cittadino quale mezzo ha, oltre al voto, per far sapere che non è d’accordo? Se ci fosse stata violenza le avrei espresso vicinanza». Un amore, indubbiamente.

Salta sul carro l’immortale Giuseppe Giulietti, difensore di tutte le cause perse: «Dal momento che Roccella e i suoi non hanno mai espresso solidarietà ai censurati, ai querelati, ai minacciati, ai manganellati, perché ora “attende la solidarietà di sinistra e intellettuali?”». Quando sinistro vuol dire incidente... Infine, lei, l’idolo, Dacia Maraini, un po’ più educata: la sintesi del suo pensiero sul caso Roccella è libertà di parola ma spesso si è esasperati... E chi è costretto ad andarsene da una manifestazione a cui è stato invitato, come lo definiamo? Contento?

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