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Autonomia, notte di fuoco alla Camera. Schlein contro Meloni: "Chiamatevi Brandelli d'Italia"

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Notte di fuoco alla Camera dove da ore è in corso una seduta-fiume per approvare l'autonomia differenziata. "Ci avete tenuto qui per uno scalpo, un cinico baratto", attacca Elly Schlein nella dichiarazione di voto finale. E non sono le parole più dure usate dalla segretaria del Pd contro il governo e la premier Giorgia Meloni.

"Suggerirei, colleghi, che cambiaste il vostro nome in 'Brandelli d'Italia' oppure 'Fratelli di mezza Italia', visto che la state spaccando. Vergogna", accusa ancora la Schlein rivolendosi ai parlamentari di Fratelli d'Italia sui banchi di Montecitorio. Poche ore prima, insieme a Giuseppe Conte, Avs, +Europa, Cgil e Anpi era stata in piazza Santi Apostoli a Roma, e anche in aula affronta la Meloni definendola "sedicente patriota che spacca l'Italia". 

"Le cose stanno per cambiare e stiamo arrivando, statene certi", scandisce ancora dai banchi dell'opposizione. "Come ieri sera, in una meravigliosa piazza gremita di partecipazione, lavoreremo per fermare il vostro sfregio all'unita' nazionale". La segretaria Pd cita "il clima crescente di aggressione verbale e fisica all'opposizione, dicendo alla nostra capogruppo Braga di stare zitta, aggredendo il deputato Donno, e ancora con i saluti romani e nazisti dei giovani di FdI, e ancora aspettiamo che Meloni dica una parola in proposito e li cacci dal suo partito". Cita, Schlein, "il simbolo delle Decima Mas che avete fatto e ci avete spiegato che è peggio cantare Bella Ciao" e la voce sale di tono quando ricorda che "non potremmo essere qui se non ci fossero state Bella Ciao e la lotta di liberazione dei partigiani. I veri patrioti sono loro e voi - torna a dire alla maggioranza - spaccate l'Italia ma la storia e il Paese vi giudicherà".

Anche dal fronte del Movimento 5 Stelle i toni sono apocalittici: "L'Autonomia differenziata è il malefico disegno di legge dell'arroganza, della violenza e delle botte. In commissione affari costituzionali un emendamento del Movimento 5 Stelle veniva approvato con i voti delle opposizioni, ma al governo non stava bene e allora quella votazione si sarebbe ripetuta ben 48 ore dopo. Pensavamo che con quell'atto si fosse toccato il fondo e invece il peggio doveva ancora venire, come dimostra l'aggressione squadrista al nostro Leonardo Donno, la violenta esibizione del simbolo della Decima Mas o le minacce anche rivolte al sottoscritto. Il tutto per suggellare un patto scellerato tra partiti di maggioranza: a Salvini l'Autonomia differenziata, a Meloni il premierato appena votato dall'aula del Senato e la riforma della giustizia ai nostalgici di Berlusconi", attacca il deputato grillino Alfonso Colucci.

Soddisfazione invece dalla maggioranza. "Gli argomenti che usavano i fascisti veri contro l'Autonomia sono gli stessi che avete usato voi in questi 15 giorni. L'articolo 5 della Costituzione dice che 'la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali'. Quando dite che l'Autonomia è contro la Costituzione o non sapete di cosa parlate o mentite", replica al centrosinistra Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera. "Chi vuole difendere il centralismo difende lo status quo. Noi - prosegue - diciamo che con l'Autonomia" anche i cittadini del sud "potranno avere un sogno e la possibilità di avere servizi all'altezza e di ammodernarsi". "Questa è una giornata storica", conclude Molinari che ha poi ringraziato Giorgia Meloni "che ha rispettato l'accordo di maggioranza visto che l'Autonomia era uno dei pilastri su cui si fonda la coalizione di governo", un grazie a "Umberto Bossi e a Roberto Maroni, a Calderoli e a Matteo Salvini" e il più "grande grazie va alla comunità militante della Lega a cui oggi possiamo dire 'ce l'abbiamo fatta'"

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