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Motovedette bloccate, FdI insorge: "Questo è un favore agli scafisti"

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Il Consiglio di Stato ha bocciato l'invio di alcune motovedette italiane alla Tunisia in base ad accordi bilaterali tra i due Paesi che riguardano il pattugliamento in mare dei barconi dei migranti che percorrono quel tratto di mare che separa il nostro Paese dal Nord Africa. E a intervenire commentando la decisione del Consiglio di Stato è il capogruppo di FdI, Tommaso Foti: "Non appare per nulla condivisibile, pur nel rispetto pieno dell’autonomia propria dell’organo, la decisione del Consiglio di Stato di sospendere in via cautelare il trasferimento di motovedette italiane alla Tunisia, contrariamente a quanto disposto dal Tar del Lazio che aveva considerato l’azione italiana in linea con le normative europee".

Foti è un fiume in piena: "Bloccare in questo modo l’azione del governo Meloni che si sta impegnando al massimo per contrastare il traffico illegale di immigrati tradisce una visione ideologica da parte di chi dovrebbe garantire, invece, terzietà e indipendenza. Indebolire la Guardia costiera tunisina è un grande favore agli scafisti. Fratelli d’Italia continuerà a contrastare, come fatto fino ad oggi, questi criminali senza scrupoli. Resta l’auspicio che il Consiglio di Stato, nell’udienza del prossimo 11 luglio, si esprima in linea con quanto già deciso al riguardo dal Tar del Lazio".

 

 

Anche la deputata di Fratelli d’Italia Sara Kelany, responsabile nel partito del dipartimento Immigrazione: "Il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso cautelare avverso la sentenza di rigetto del Tar presentato da un cartello di ong e associazioni, ha sospeso il trasferimento di motovedette italiane alla Tunisia. Il provvedimento in via d’urgenza è stato assunto senza sentire le parti, senza dunque poter acquisire elementi di fatto e di diritto utili ad una decisione ponderata. Il decreto del Consiglio di Stato appare pericoloso rispetto soprattutto alla finalità di contrasto del traffico degli esseri umani", afferma. Poi sempre la Kelany ha aggiunto: "Fornire attrezzature alla Tunisia è un modo per arginare il fenomeno dell’immigrazione illegale, neutralizzare gli scafisti e dunque colpire la bieca tratta di esseri umani sulle acque del Mediterraneo. In un momento in cui, peraltro, la Tunisia collabora fattivamente al raggiungimento di questi scopi, anche istituendo finalmente l’area Sar. In un contesto tanto delicato e considerata l’intensa attività di cooperazione tra Italia, Ue e Tunisia sul tema del traffico dei Migranti che sta portando ad apprezzabili risultati, sarebbe stata opportuna una valutazione più profonda. Interrompere l’invio delle motovedette, infatti, può incidere negativamente sull’attività del Governo in tema di contrasto all’immigrazione clandestina". 

 

 

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