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FdI, i giovani fanno infuriare il partito

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Salvatore Dama
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Seconda puntata di “Gioventù Meloniana”, il docu sul movimento giovanile di Fratelli d’Italia. E Fanpage, per l’occasione, fa le cose in grande. Prende in affitto il teatro del Monk, zona Prenestino, organizza una prima visione aperta al pubblico e convoca la Marvel degli antifà: Roberto Saviano, Corrado Formigli, la storica Michela Ponzani, introdotti dal direttore della testata Francesco Cancellato. Anzitutto va di nuovo in onda la prima puntata. Breve recap: una giornalista di Fanpage si infiltra in Gioventù nazionale fingendosi una militante. Viene accolta e invitata a partecipare alla vita di partito, dalle riunioni, agli eventi di sezione, ai concerti, ai campi comunitari. La ragazza ha una telecamera nascosta e filma tutto. Il sunto dell’esperienza è condensato in un montaggio di 12 minuti. Dove si vedono braccia tese, nostalgici del Duce, canzoni e slogan del Ventennio, battute sui “negri” e cose così.

Segue dibattito. Prende la parola Michela Ponzani. Che spiega come il grande problema siano i conti con il passato, mai fatti. «Il neofascismo è l’anima nera della Repubblica. In queste immagini si citano riti e formule, tipo il Sieg Heil, per mobilitare la piazza, per stimolare la violenza rituale del nazismo». Ponzani contesta anche tutta una serie di errori nei riferimenti storici, poi chiama in causa Fratelli d’Italia: «Se questa è la classe dirigente che vuole essere liberare e moderna, deve fare i conti con questa storia. Ci spiegassero cos’è questa roba qui».

Tocca a Roberto Saviano. Che accusa FdI di aver avuto una involuzione rispetto ad Alleanza Nazionale: «Fini aveva tentato di prendere le distanze, ci aveva provato». Oggi questa esigenza non c’è più. Perché, spiega lo scrittore, l’estremismo fa proseliti tra i giovani: «Non sono stati sgamati», quelli di Gioventù nazionale, «vogliono essere esattamente così». La maggioranza dei ragazzini «vuole fare politica a destra», è tornata la passione, «ma per il fascismo». I campi, i riti, gli slogan «sono tutta roba che ti ingaggia». Poi, aggiunge, «chiaramente, negli spazi ufficiali non hanno il piacere di parlarne o giustificare. Le direttive di partito sono quelle del doppio binario, da un lato sedersi ai tavoli istituzionali, dall’altro essere reazionari e nostalgici». Saviano dice che, rispetto al passato, c’è una novità. Mentre prima i partiti si tenevano lontani dall’estremismo perché faceva perdere voti, oggi è vero l’esatto contrario: «Anche i ragazzi più radicali non pensano che FdI sia un partito borghese, lo votano».

 

 

 

Corrado Formigli dice di non essere sorpreso dall’inchiesta di Fanpage: «Le ali estreme della destra si sono prosciugate e sono confluite nei partiti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini». Il documentario sul movimento giovanile di Fdi, secondo il giornalista di La7, è più potente dell’altro, quello sulla «Lobby nera», eppure nessuno ha reagito. Perché? «Meloni non ha più bisogno di spiegare, come Orban ha in mano il potere e ha il controllo dei media, pensa che il consenso abbia sanato l’esigenza di spiegare. Sono mesi che non fa una conferenza stampa, fa solo dichiarazioni dal suo “balconcino” di Instagram.
Ma queste sono gigantesche macchie che sporcano il suo partito».

Via le sedie e gli ospiti dal palco, comincia la proiezione della seconda puntata. Che, in realtà, aggiunge poco alla prima. Si chiamano in causa un tot di parlamentari meloniani, nelle cui segreterie lavorano dei ragazzi del movimento giovanile. C’è la testimonianza di un tizio pugliese allontanatosi da Gn, che condivide con il team inchieste di Fanpage gli screen della chat interna. Il registro è quello di prima. Si aggiungono presunte conversazioni antisemite e anti-arabe. Ricomincia il dibattito. La storica Ponzani evoca la Legge Mancino: «Qui c’è una chiara istigazione all’odio». Saviano accusa la destra di odiare gli ebrei: «L’antisemitismo è il loro motore, per via del complottismo».

In serata arriva la nota di Fratelli d’Italia firmata dal deputato e responsabile organizzazione Giovanni Donzelli: «Ribadiamo, nessuno spazio in Fratelli d’Italia per razzisti, estremisti e antisemiti. Sono inaccettabili, nonostante le modalità con cui sono state carpite e divulgate, le frasi che si sentono in filmati diffusi oggi che riprendono militanti del nostro partito usare un linguaggio incompatibile con i valori di riferimento del nostro movimento politico. Solidarietà alla senatrice Ester Mieli per gli insulti che le vengono rivolti. Fratelli d’Italia interverrà con grande fermezza nei confronti dei responsabili». Durissima anche Ester Mieli: «La presenza di elementi nostalgici piegati ad un passato criminale non mi appartengono. Le parole e i comportamenti là tenuti sono per me motivo di condanna e riprovazione».

 

 

 

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