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Il generale Vannacci sul murale sfregiato della Egonu: "Come Giulietta nera"

Il generale Vannacci

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L'ultima stoccata del generale Roberto Vannacci. Stoccata da decifrare. Il tema è quello del murale sfregiato di Paola Egonu, a Roma, sulla facciata della sede del Coni. La pelle nera che con un gesto ignobile viene trasformata in rosa. E su quanto accaduto, tema assai dibattuto nelle ultime ore, ecco piovere le riflessioni dell'eurodeputato leghista da 500mila preferenze.

"Questo gesto rappresenta un oltraggio alla realtà che, come dico sempre, è oggettiva, immodificabile e non può offendere alcuno", rimarca Vannacci. E ancora: "Da persona che ne sa qualcosa di tentativi oppressivi di limitazione della libertà del pensiero, sogno un Paese in cui non esistano i delitti di opinione e dove nessuno possa essere condannato, censurato o falsificato per le idee che esprime in qualsiasi manifestazione artistica o del suo pensiero".

 

Dunque, su Paola Egonu: "Una bravissima atleta italiana di origine africana dalla quale spero di avere un autografo, non ho il suo cellulare per chiederglielo ma ho già espresso in più sedi mediatiche il mio desiderio. Allo stesso tempo come faccio ad esprimerle solidarietà se non so neppure se si è offesa oppure no? Io sono stato dipinto di tutti i colori ma non mi sono mai offeso. Dunque, condanno l’atto che ha deturpato il murale perché lo considero un affronto alla realtà e condanno l’autore che è un mistificatore", afferma Vannacci.

Il generale poi entra nel dettaglio. "Riconduco l’attacco al murale a quelle manifestazioni di chi fa interpretare il ruolo di Giulietta o della regina d’Inghilterra a attrici nere o a chi vorrebbe modificare le fiabe e i racconti della nostra tradizione in base ad assurde teorie che riconducono tutte all’ideologia della cancellazione della cultura", conclude il generale. Riflessioni che, come sempre, manderanno ai matti sinistra e l'intero campo progressista.

 

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