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Albania-Open Arms, giudici pronti a tutto: il giorno che radicalizza la guerra al governo

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Il 18 ottobre 2024 potrebbe essere ricordato come il giorno in cui lo scontro tra governo e toghe ha toccato l'apice. La giornata è di quelle che non passano inosservate sulle agende. Da un lato ci sono i riflettori puntati sull'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo dove si tiene l'arringa finale dell'avvocato Giulia Bongiorno nel processo Open Arms, dall'altro lato invece occhi puntati sul tribunale di Roma chiamato a decidere sulla convalida del fermo dei migranti clandestini arrivati in Albania a bordo di una nave della Marina italiana in virtù dell'accordo extraterritoriale tra l'Italia e Tirana. Ebbene, Giulia Bongiorno si prende la scena e fa a pezzi la tesi accusatoria dei pm.

L'impianto che vuole Salvini sequestratore di migranti viene letteralmente ribaltato con una valanga di prove che indicano una sola cosa: si tratta di un processo politico. E in questo quadro i ministri della Lega, Giorgetti, Valditara e Calderoli sono andati a Palermo per esprimere la loro vicinanza e solidarietà al vicepremier Matteo Salvini che, ricordiamolo, rischia sei anni di carcere per "aver difeso i confini dell'Italia", come lui stesso ha dichiarato. Sulla presenza dei ministri a Palermo è intervenuta l'Anm, l'Associazione nazionale magistrati criticando la scelta dei membri del governo del Carroccio.

La risposta è arrivata dal vicesegretario della Lega Andrea Crippa: "L’appello alla saggezza formulato da Anm a proposito del processo Open arms è certamente una autocritica che apprendiamo con soddisfazione. D’altronde non risultano ripetuti interventi dell’Anm quando la sinistra scese in piazza a Riace per contestare processo e condanna a Mimmo Lucano. Siamo certi, quindi, che l’Associazione Nazionale Magistrati saprà essere finalmente sobria e misurata nei suoi interventi, perché un approccio con polemiche contro Matteo Salvini e il centrodestra è solo dannoso e pregiudiziale e non può che produrre scorie". Ma a far da vero detonatore dello scontro tra governo e toghe è la decisione dei giudici sui migranti in Albania. Su questo fronte si apre una sfida lanciata dalle toghe contro l'esecutivo. E a riassumere bene le proteste da parte della maggioranza sono le parole di Giovanni Donzelli, responsabile dell'organizzazione di Fdi, all'Adnkronos: "Quanto stiamo vedendo è una indecenza" perché "se passa principio che non esistono nazioni sicure, vuol dire che non potremo più espellere un clandestino". Una amara profezia su cui si gioca, che piaccia o no, il destino nel nostro Paese. 
 

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