Quando dicono che i “compagni” si spalleggiano l’uno con l’altro mentre a destra sono litigiosi e se le danno di santa ragione, bisogna ricordare il compagno Fassino. Mentre la destra lo difende, i suoi colleghi di partito, almeno in pubblico, hanno preferito tacere di fronte alla violenza verbale scatenata da uno di loro. «Ad ammazzarlo non si fa peccato» è la frase shock scritta dal consigliere comunale dem di Cagliari, Davide Carta, a commento di un post su Facebook sul profilo di un attivista sardo indignato con Fassino per come si è comportato in Aula durante il minuto di silenzio per le vittime di Gaza chiesto dal leader dei Cinquestelle, Giuseppe Conte.
Insomma, oltre agli attacchi feroci del militante con la kefiah, contro l’ex segretario dei Ds è arrivato l’anatema del consigliere che poi, a polemica scoppiata, ha provato in modo goffo a scusarsi parlando di «iperbole». Il discorso, però, è un altro. Quante volte da sinistra si ergono a maestrini di buone maniere, a pacificatori del mondo contro i “cafoni” che oggi stanno al governo, quante volte gli avversari vengono accusati di fomentare l’odio politico, senza guardare in casa propria? Nel Pd pare l’abbia capito solo la deputata Simona Malpezzi, l’unica a distanza di due giorni dal mortifero post, ad avere espresso vicinanza al compagno Piero, forse perché è la capogruppo dei dem nella Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, e nel caso di Fassino, di intolleranza, ce n’è parecchia per via delle sue posizioni “terze” rispetto alla questione palestinese. L’ex sindaco di Torino, a differenza di molti “democratici”, non ritiene che quello compiuto da Israele sia un genocidio, di certo non è un antisemita e contesta il fatto che ogni ebreo debba essere accusato di crimini nel mondo da quando al governo c’è Benjamin Netanyahu, il quale ha «enormi responsabilità», ha dichiarato più volte, ma chi nega i massacri di Hamas compiuti il 7 ottobre 2023 ne ha altrettante. Una voce critica, quella dell’ex ministro, rispetto alla maggior parte della sinistra Pro-Pal e per questo scomoda perfino all’interno della stessa opposizione che in politica estera si conferma divisa sia in Italia che nell’emiciclo di Strasburgo.
Referendum, il Pd accusa La Russa ma ha la memoria corta
La sinistra non ha ancora digerito che Ignazio La Russa sia presidente del Senato. Non perde occasione per attaccarlo; e...Poi ci si mette un consigliere Pd di Cagliari a esternare con tale violenza il suo dissenso nei confronti dell’ex sindaco di Torino, con l’effetto moltiplicatore dei social. E la notizia è che a sostegno di Fassino non si sente nessuna dichiarazione pubblica della segretaria Schlein (che però ieri ha alzato il telefono per chiamarlo) né dei suoi vice. Mentre i primi a farsi avanti, in difesa della libertà di Fassino e contro i leoni da tastiera, sono i “nemici” di Fratelli d’Italia, proprio quei cattivoni di destra a cui il Pd imputa ogni nefandezza. Di frase «infelice e gravissima, incompatibile con il ruolo istituzionale ricoperto da chi l’ha pronunciata», parla il deputato e coordinatore regionale di Fdi, Francesco Mura, e pure Fabio Pietrella, componente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, spiega: «La divergenza politica non deve degenerare in disumanizzazione dell’avversario». Ma il caso Fassino, che ha conquistato la ribalta nazionale, è solo l’ultimo. Un altro Pd di recente ha detto che le foibe sono «un falso storico» e a Impruneta, i dem hanno fatto cacciare dall’aula l’opposizione quasi con la forza e adesso sono pronte le denunce. Per dire come sono umani i “compagni”...