Il segreto del successo, scriveva Mark Twain, è fare della propria vocazione un divertimento. Gli allori di Elly, Landini, Bonelli&Fratoianni non sono molti – anche se l’irresistibile duo ha regalato il diritto all’eleganza a Soumahoro e 16mila euro al mese alla Salis – e però l’allegra brigata, al netto di tutto, se la spassa alla grande. Ah sì: oggi alla manifestazione di Roma contro l’astensionismo – il caravanserraglio apre alle 17 ai giardini di piazza Vittorio Emanuele II, venghino siori venghino – ci sarà pure Magi, il quale vanta il primato di primo deputato travestito da fantasma formaggino, forse in ossequio alle percentuali di +Europa di cui è segretario, all’1,5%, e non era facile scendere dal 2,8 delle ultime elezioni politiche. Magi, di tutto di +.
I referendum riguardano pure il lavoro: la sinistra, gliene va dato atto, scegliendo per l’ennesima carnevalata le 5 di pomeriggio del lunedì dimostra di conoscere bene il mondo produttivo. Il capo della Cgil, il Maurizio furioso, al solito strillerà contro gli stipendi bassi e darà la colpa alla Meloni, alle «destre» che spesso diventano «destre-destre», ma qualcuno che gli vuole bene lo abbracci forte e avverta lo smemorato di Castelnovo ne’ Monti che li ha sottoscritti lui la dozzina di contratti che prevedono meno di 9 euro all’ora, la soglia del salario minimo invocato dalle opposizioni. I vigilantes ne prendono poco più della metà, cinque. Epica la prestazione del Landini (non il trattore) qualche tempo fa intervistato da Annalisa Bruchi, a Restart, su Rai3: «Come mai avete firmato contratti a 5 euro l’ora per la sicurezza privata?». Risposta: «Abbiamo già aperto un’altra trattativa...». La conduttrice vuole appurare i fatti. «Ma li avete firmati o non li avete firmati ‘sti contratti? Un sindacato che firma a 5 euro l’ora non si può sentire». Landini ha un lampo di genio: «Accordi a 5-6 euro sono incostituzionali». È il Landini che si autoaccusa di incostituzionalità. Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione.
Referendum, sinistra spappolata: non trova un accordo
Doveva essere la grande battaglia contro il governo. E, per il Pd, l’occasione per ribadire lo spostamento dell&rs...Ha talento da vendere pure la segretaria del Pd – ad Elly ciò che è di Schlein – la quale l’anno scorso col fidato baffone di Sandro Ruotolo ha protestato contro “Tele-Meloni” davanti alla sede della Rai mentre tutti i dirigenti erano a Sanremo per il Festival. Pare però che il cavallo di Viale Mazzini, l’unico presente, abbia apprezzato. Nitriti antifascisti. Anche oggi, con inizio dello spettacolo alle 11.30, il Pd sarà davanti alle sedi regionali Rai «per protestare contro il blackout informativo in corso sui referendum che si svolgeranno l’8 e il 9 giugno prossimi», e noi che pensavamo a quelli passati. Sarà dunque una maratona durante cui i partiti di maggioranza, che hanno annunciato che si asterranno (unica eccezione Lupi), verranno accusati di ogni malefatta, su tutte ovviamente quella di essere fascisti. Quindi lo è anche Repubblica? Ecco cosa scriveva il quotidiano in vista del referendum del 2022 (promosso da Lega e Radicali) che riguardava alcune norme del sistema giudiziario: «Alla vigilia del voto pensiamo sia giusto far conoscere la posizione del nostro giornale. Riteniamo che su tutti i quesiti sia opportuno votare “no” oppure non recarsi alle urne»- attenzione rullo di tamburi- «per non consentire il raggiungimento del quorum, scelte entrambe legittime».
E-che-cos’è: la Repubblica dei fascisti? I giri in Tesla hanno offuscato la memoria di Fratoianni, il cui ex partito di cui è stato coordinatore, Sinistra Ecologia e Libertà, nel 2009 invitò ad astenersi sul referendum che riguardava la legge elettorale. Quello sulle trivelle è del 2016: l’allora premier Renzi chiese agli elettori del Pd di andare al mare o in montagna, dove la resistenza riesce meglio: Elly, del Pd, era europarlamentare, e non ci risulta – ma potremmo sbagliarci – che la ragazza di Zurigo abbia evocato il ritorno delle camicie nere. A presiedere la repubblica (non il giornale) nel 2016 c’era Napolitano, il quale, si capisce, era un nostalgico del Ventennio: «Non andare a votare», disse, «è legittimo. È un modo di esprimersi sull’inconsistenza dell’iniziativa referendaria». L’inconsistenza della sinistra va nuovamente in onda oggi. Preghiamo Tele-Meloni di trasmettere integralmente lo show, se possibile a reti unificate. Da cosa si travestirà Magi?