Beppe Grillo non ha speso una parola, nel blog personale o altrove, sul 5,1% su cui si è ridotto il MoVimento 5 Stelle nella sua Genova. Dove non so neppure se abbia votato domenica scorsa, o non sia rimasto a casa come nelle regionali di ottobre. Dio solo sa, come si dice abusandone con tutti i grattacapi che gli procura questo mondo di matti, quanto poco mi sia piaciuto in passato il comico tonitruante.
Tutto cominciò una quarantina d’anni fa, quando mi capitò, forse per il troppo sole preso al mare in giornata, di appisolarmi una sera nelle prime file di un teatro all’Argentario dov’ero andato a vederlo, con tanto di biglietto pagato. Diavolo di un uomo, se ne accorse e mi svegliò indicandomi dal palco all’ilarità del pubblico. Poi vennero i tempi, ancor prima dell’esplosione o implosione di Tangentopoli, delle denunce teatrali e simili contro Bettino Craxi e i socialisti da parte di un Grillo convinto che fossero solo o soprattutto ladri, avventuratisi sino in Cina per rubare. Poi ancora vennero i tempi del Grillo ormai più politico che comico, deciso a scalare il Pd tentando di iscrivervisi in una sezione in Sardegna. E avventuratosi nella fondazione di un suo partito riesumando il qualunquismo morto e sepolto di Guglielmo Giannini. Che col suo Uomo qualunque, appunto, era riuscito a incuriosire persino Palmiro Togliatti. E a compiacersene a tal punto da essere rifiutato dagli elettori di Napoli quando la Dc tentò, con la solita generosità, di recuperarlo ospitandolo come indipendente nelle sue liste, una volta esaurita la moda politica del commediografo.
Giuseppe Conte, il mea culpa: come ripudia Beppe Grillo
L’ha detto. Giuseppe Conte all’Aria che Tira ieri ha ripudiato una delle più incredibili stupidaggini...Grillo, ancora a capo del movimento fondato col compianto Gianroberto Casaleggio, è riuscito a guadagnarsi invece nella seconda Repubblica l’interesse di Mario Draghi, imprudentemente spintosi nella sua esperienza a Palazzo Chigi a pensare di poterlo usare per frenare il suo predecessore Giuseppe Conte. Che non si accontentava più di essere rappresentato nel governo dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: Luigi of Maio, per gli inglesi. Insoddisfatto del giovanotto, l’ex presidente del Consiglio cominciò a non gradire neppure Grillo, praticamente deposto infine da garante del movimento con procedure che potrebbero ancora prestarsi a ricorsi giudiziari. Ai quali tuttavia i bene informati hanno riferito che il comico voglia rinunciare, preferendo tornare più al teatro, alla televisione e dintorni che alla politica. In questa nuova fase della sua vita debbo confessarvi che sono addirittura tentato dalla solidarietà verso di lui. Mi preoccupa di più il Conte della scalata a Palazzo Chigi in combinazione e insieme competizione con la segretaria ancora del Pd Elly Schlein. Che non si è accorta, per quanto avvertita in una intervista alla Stampa dell’ex senatore e fondatore del partito Luigi Zanda, di avere Giorgia Meloni come «avversaria» ma Conte come «nemico».
L'aria che tira, Conte cancella Grillo: "Uno vale uno? Un grande errore del passato"
Seconda apparizione in meno di 24 ore a La7 per l'ex avvocato del popolo. Giuseppe Conte è stato ospite di Da...Merita qualche comprensione il Grillo ostaggio - quasi per contrappasso dopo tanti ammiccamenti sarcastici e spietati alle manette - della giustizia, rigorosamente al minuscolo. Che, pur nella ordinarietà ormai delle sue abitudini, tiene ancora sotto processo di primo grado, a Tempio Pausania, il figlio Ciro, difeso dal padre con la solita energia che qualche effetto politico gli ha procurato, per una vicenda cumulativa di sesso risalente a ben sei anni fa. Ma in qualche modo Beppe Grillo è anche ostaggio del ricordo del movimento che lui prima ha creato, pur nel giorno di San Francesco emblematico della povertà, e poi ha perduto senza neppure una liquidazione. Il colmo per un genovese, d’anagrafe e di vita.