Da politico, lo scontro è diventato giudiziario. Perché i due governatori del Pd dovranno risolvere la questione in Tribunale, l’uno contro l’altro. Il centro della querelle è un piccolo paesino in provincia di Arezzo, Badia Tebalda: è qua dove sorgerà il parco eolico della discordia. Nome del progetto: Badia del Vento. Il governatore della Toscana Eugenio Giani vuole realizzarlo, mentre il presidente dell’Emilia-Romagna, Michele De Pascale, è pronto a fare di tutto per bloccarlo, anche andare per carte bollate. E dunque è già pronto il ricorso al Tar contro il mega impianto: sette pale eoliche alte fino a 200 metri sui crinali circostanti, nell’ambito di un progetto più ampio che interessa i territori toscani confinanti con la Romagna e le Marche e che prevede la costruzione di ben 64 pale suddivise in vari parchi. Ma su questi altri progetti, a differenza di Badia del vento, sarà il governo a decidere, visto che ciascuno supera i 30 Megawatt.
Per De Pascale, le soprintendenze e gli amministratori locali dei comuni limitrofi questo territorio, che leggenda vuole abbia ispirato Leonardo nel dipingere il paesaggio che fa da sfondo alla Gioconda, verrebbe irrimediabilmente deturpato dal campo eolico. «Questo parco sorgerà a un millimetro (per restare larghi...) dal confine con la provincia di Rimini», attacca il sindaco della città romagnola e presidente della stessa provincia, Jamil Sadegholvaad. Che condanna apertamente il metodo seguito dalla Toscana: «Ha voluto tirare dritto in barba ai pareri contrari della Regione Emilia-Romagna, di tre Soprintendenze, dei Comuni, della Provincia di Rimini, della stragrande maggioranza di associazioni ambientaliste e culturali». Secondo Sadegholvaad «questo dimostra ancora una volta come su un tema così serio e delicato le scorciatoie, le furbizie, l’incapacità di affrontare sinergicamente le questioni siano ancora e purtroppo le strade più frequentate». La Toscana invece minimizza. «Laddove vediamo che non ci sono le condizioni, noi accogliamo i pareri tecnici ed esprimiamo una pronuncia negativa» ha detto il governatore Giani.
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Irpef, Irap, bollo auto e ticket: la Regione Emilia-Romagna prepara la stangata per i cittadini. Una manovra «lacr...«Nel caso di Badia del vento, c’è il parere favorevole del sindaco e riteniamo di avere una posizione equilibrata e di buon senso» ha aggiunto, ricordando che «gli impianti sono stati previsti sul crinale perché è lì che ci sono le potenzialità maggiori di produrre energia con le pale eoliche. Sono stati presentati progetti da vari operatori. Quello di Badia del Vento lo vediamo con una prospettiva di realizzazione. Su altri abbiamo emesso dei pareri negativi: non si può accusare la Toscana di avere un’impostazione a favore senza se e senza ma».
Nella Conferenza dei servizi che ha riunito gli enti chiamati a dare un parere, sono stati spiegati i motivi per cui si è deciso di autorizzare Badia del Vento. «La percezione visiva, pur risultando accertata, può essere considerata oggettivamente poco significativa», si legge in merito alle osservazioni delle Soprintendenze e di altri enti.
Per quanto riguarda le valutazioni dell’impatto del progetto su ambiente, territorio e fauna, «sulla base delle analisi e delle azioni previste di mitigazione e compensazione», è stato ritenuto che «gli effetti producibili dell’impianto eolico siano al di sotto della soglia di significatività».
Ma l’Emilia-Romagna, alcuni comuni della Valmarecchia e la provincia di Rimini hanno deciso chiedere l’intervento del Tribunale amministrativo regionale per fermare il progetto. Anche perché, oltre alla tutela del paesaggio, c’è anche un tema economico. Il progetto fu presentato nel 2022 dalla società Fara, che ha previsto di girare, a titolo di compensazione, al comune di Badia Tebalda il 3% del proprio fatturato. Sul punto è stato chiarissimo De Pascale: «Abbiamo contestato il mancato coinvolgimento della Regione Emilia-Romagna su autorizzazioni che sono amministrativamente in Toscana, dove realizzano potenziali benefici in bolletta e compensazioni, mentre portano tutti gli impatti idrogeologici e paesaggistici in Emilia-Romagna».
Il giorno della verità sarà il 9 luglio, quando in Toscana si riunirà la Conferenza dei servizi per dare l’ultimo via libera. Poi partiranno i lavori. A meno che i giudici amministrativi non diano ragione all’Emilia-Romagna e blocchino i cantieri.