Referendum, il dogma dei progressisti: se non li voti sei un volgarotto

Siamo dinanzi a un vero paradosso: quando gli elettori votano secondo i desiderata dei progressisti sono maturi, coscienziosi, progrediti
di Annalisa Terranovamercoledì 11 giugno 2025
Referendum, il dogma dei progressisti: se non li voti sei un volgarotto
3' di lettura

Si susseguono da ieri, 9 giugno, gli appelli di esponenti del centrosinistra a rispettare quanti si sono recati ai seggi per il referendum che avrebbe dovuto imprimere la spallata decisiva al governo Meloni. Dopo il goffo tentativo di intestarsi i 14 milioni di votanti come se si trattasse della base elettorale del centrosinistra i leader hanno cambiato registro: vanno tenuti in considerazione questi elettori che hanno creduto nello strumento referendario. Si è distinto nell’appello in particolare Giuseppe Conte, che ha approfittato della difficoltà del duo Schlein-Landini per inanellare una raffica di dichiarazioni che tradiscono l’ansia di riprendersi la scena. Come al solito, dunque, il campo largo subisce sconquassi dopo aver dato cattiva prova di sé: lo testimonia la lite verbale sulla cittadinanza tra Magi e il M5S.

Ma la questione del rispetto dei cittadini votanti merita un approfondimento. Siamo dinanzi a un vero paradosso: quando gli elettori votano secondo i desiderata della sinistra sono maturi, coscienziosi, progrediti, più responsabili del resto del volgo egoista che è andato al mare o è rimasto a casa. Fa fede di ciò quanto sostenuto dal sociologo Marco Revelli. Secondo lui non ha fallito Landini ma è la democrazia ad essere mortalmente malata. Perché non si cura del tema del lavoro richiamato all’articolo 1 della Costituzione. Eppure c’è stata recentemente l’approvazione di una legge, quella sulla partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese, che viene ignorata da sinistra quasi con disprezzo.

Dunque il tema del lavoro vale solo se declinato secondo il Cgil pensiero, altrimenti è argomento trascurabile. Il motivo è presto detto. Se le aziende si mettessero d’accordo con i lavoratori sui meccanismi per alzare i salari il sindacato verrebbe fatto fuori dalla contrattazione collettiva e perde potere. Se poi dal lavoro si passa alla cittadinanza, qua la delusione del mondo progressista si fa più amara e palpabile. Ma come, si è chiesto Mattia Feltri su la Stampa, va a votare la parte più “illuminata” dell’elettorato (parliamo sempre dei 14 milioni corsi alle urne l’8 e 9 giugno) e quasi 5 milioni dicono no alla cittadinanza breve? Com’è possibile? Dallo sconcerto all’accusa agli italiani di covare il razzismo anche sotto la cenere del buonismo di sinistra il passo è brevissimo. E dove sta, in questo caso, il rispetto per gli elettori? Non c’è. Dimenticato.

DiMartedì, Michele Santoro stronca la sinistra: "Ecco la verità sui Referendum"

Nonostante la batosta alle urne, la sinistra rivendica una presunta vittoria al Referendum dello scorso 8 e 9 giugno. Se...

Ma riavvolgiamo il nastro fino alle politiche del 2022. In quell’occasione l’affluenza fu del 63,9%. La sinistra riconobbe la vittoria del centrodestra ma sempre sottolineando che il 46% degli aventi diritto al voto era rimasta a casa. Segnale che a loro dire delegittimava il nuovo governo. E dove stava in quel caso il rispetto per i votanti? Anche qua dimenticato, a tutto vantaggio degli astenuti che chissà perché era comodo immaginare tutti orientati verso le parole d’ordine progressiste. E che dire poi dei 12 milioni e oltre di votanti che avevano scelto il centrodestra? Tutti, in blocco, impresentabili.

Maurizio Landini, l'ultima sconfitta nel grande declino della Cgil

Nel giorno della disfatta, Maurizio Landini continua a coltivare la sua vocazione da illusionista. Il sindacalista ha pe...

Per Corrado Augias era la pancia del paese ad essersi espressa. Per Carlo Rossella era la destra peggiore, incolta e da aborrire. Per Natalia Aspesi erano votanti attratti dalla «cafona leggiadria» di Giorgia Meloni. Per Giuliano Amato era l’avallo alla possibile torsione autoritaria, alla deriva orbaniana. E il vignettista Makkox si deprimeva: siamo un popolo di ignoranti e l’ignoranza è concime per la destra. De Benedetti invocava un nuovo Cln come avvenne contro il Duce, mentre Paolo Berizzi preparava le bozze del suo libro sulle ombre nere che si addensavano sull’Italia. Titolo: il ritorno della Bestia. E ancora tutti a rilanciare la sentenza di Andrea Scanzi: «Voi di destra vi sentite inferiori perché non avete uno straccio d’intellettuale da trecento anni». Insomma un bel florilegio di citazioni rispettosissime degli elettori non di sinistra. Ma se lo fai notare, ovvio, fai solo del vittimismo. E anche un po’ becero. Che ti vuoi aspettare del resto da elettori così plebei?

Elly Schlein perde e vaneggia: "Perché Meloni ha vinto le elezioni"

Amareggiata dal flop del referendum, Elly Schlein pensa bene di attaccare Giorgia Meloni. E lo fa alla 'Seconda conf...

ti potrebbero interessare

altri articoli di Politica