Delle nomine di Michele Emiliano, abituato a piazzare i suoi fedelissimi tra partecipate e agenzie regionali (molti dei quali finiti nei guai giudiziari perla gestione del potere tra tangenti e scambio elettorale), quasi non ci scandalizziamo più, essendo state il tratto caratterizzante del suo mandato per la gestione. Ma a quest’ultima trovata del cacicco del Tavoliere non ci aveva ancora pensato nessuno: nominare se stesso. E così allo scadere del suo doppio mandato, in attesa di candidarsi consigliere nelle liste del Pd, si è autoproclamato nel Consiglio d’indirizzo della Fondazione lirico-sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari. Nomina su cui l’autorità anticorruzione ha aperto un’istruttoria su segnalazione del Ministero della Cultura.
Emiliano ha preso il posto di Michele Bollettieri, esperto di musica e consigliere di lungo corso nella Fondazione. Al consiglio della Fondazione spettano penetranti poteri di governo e controllo dell’istituzione, nonché tutti i poteri di nomina e revoca delle figure apicali, di approvazione dei bilanci e di redazione e modifica dello statuto e dei regolamenti. Alla Regione Puglia tocca la nomina di un membro, al pari degli altri soci fondatori: Comune di Bari, Città Metropolitana, e Ministero della Cultura.
Michele Emiliano si autonomina nel Consiglio del Petruzzelli. Gasparri: "Una farsa"
Una richiesta di chiarimenti e di verifica sull'assenza di "eventuali profili di incompatibilità e incon...Ma mentre gli altri enti hanno sempre nominato una personalità espressione del mondo della lirica, o del teatro, solo Michele Emiliano poteva essere così egocentrico e accentratore da nominare se stesso. O meglio: rendendosi conto (è pur sempre pm) che la cosa non era proprio normale, si è fatto nominare dal suo vice, l’assessore alla Sanità Raffaele Piemontese (Pd). Il problema però è che l’assessore non ha alcun potere di nomina, poiché lo Statuto della Fondazione, all’articolo 16 comma 2, indica espressamente che la competenza della nomina spetta al Presidente della Regione, e non genericamente alla Regione Puglia. Quindi doveva essere Emiliano a firmarla, e non l’assessore. Ma anche lui si è evidentemente accorto che sarebbe stato troppo, e si è fatto nominare dal suo ventriloquo. Ma a questo punto l’atto perderebbe validità.
I dubbi di legittimità riguardano anche il mancato rispetto oggettivo di un’altra disposizione statutaria secondo cui «i componenti del consiglio di indirizzo esercitano in piena autonomia le loro funzioni e rispondono soltanto nei confronti della Fondazione dell’esercizio delle medesime; essi non rappresentano i soggetti pubblici o privati che li hanno designati o nominati, né ad essi rispondono». Emiliano dice che la nomina è legittima, quindi sostanzialmente ci sta dicendo che lui, presidente della Regione Puglia, non la rappresenta. Diversamente si creerebbe una sorta di conflitto di interesse: il presidente finirebbe per rivestire contemporaneamente il doppio ruolo di soggetto che ha decretato la nomina e di nominato.
«Sogno o realtà? Purtroppo adesso non ci stupisce più, soprattutto dalle parti del Pd» ha commentato Saverio Congedo, deputato di Fratelli d’Italia alla Camera.
Dal Senato Ignazio Zullo definisce l’episodio «vergognoso» e parla di una «auto-nomina pericolosa», auspicando che Emiliano abbia «il coraggio di chiedere scusa e fare un passo indietro». Ancora più duro Davide Bellomo, capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia alla Camera: «È l’ennesima farsa di una sinistra senza freni inibitori.
Una vicenda in cui il governatore si autonomina dopo aver esaminato il proprio curriculum e averlo trovato soddisfacente». Il gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale ha lanciato un’idea provocatoria: «A questo punto un consiglio non richiesto a Emiliano: nomini se stesso anche nel Cda dell’Acquedotto pugliese (vorrebbe nominare presidente l’ex di Sport&Salute il grillino Vito Cozzoli, ndr) visto che molte sedute per il rinnovo del nuovo organismo vanno deserte perché il governatore non trova la quadra su chi e come accontentare per accrescere il suo potere... in dirittura d’arrivo, perché la bella notizia per i pugliesi è che: l’era Emiliano ha le ore contate!».
La Fondazione, a cui la Regione Puglia contribuisce con 3 milioni di euro, è l’ente che gestisce il Teatro Petruzzelli. Che dal famoso incendio del 91, quando lo stesso Emiliano, col supporto di Francesco Boccia, decise di confiscarlo alla famiglia Messeni Nemagna, è al centro di un contenzioso che ne attesti la proprietà. Mentre c’è chi lo gestisce da padrone.