Bari, l'allarme dei pm: "Un voto costa 25-30 euro"

venerdì 25 luglio 2025
Bari, l'allarme dei pm: "Un voto costa 25-30 euro"
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Il procuratore aggiunto della Dda Francesco Giannella, in un'intervista rilasciata a Repubblica, ha sollevato il connubio criminale tra mafia e politica in quel di Bari. Parlando del capoluogo pugliese, ha detto: "È addormentato, assuefatto ai clan, serve attenzione ai voti comprati". Concetto poi ribadito di fronte alla presidente Chiara Colosimo e agli altri componenti della Commissione antimafia: "Il decadimento morale della popolazione che vende facilmente il proprio voto con 20-25 euro, aliena il diritto fondamentale dell’essere cittadino, ovvero esprimere liberamente una propria preferenza e tutto ciò è deprimente".

Come riporta il Tempo, l’incontro è durato circa 45 minuti. Il procuratore aggiunto ha ricordato come negli ultimi quattro anni siano stati ben tre le operazioni messe a segno dalla Procura barese proprio sulla compravendita di consensi elettorali. In due di queste è "stato contestato il reato 416 ter" ovvero lo scambio elettorale politico-mafioso. "Dire che rispetto alle consultazioni elettorali che si svolgeranno più in là non esista un motivo di preoccupazione sarebbe una stupidaggine. In passato si è trattato di fatti confinati a determinate situazioni specifiche. Si percepisce sempre di meno il disvalore di un voto di scambio e c'è una percezione quasi di libertà nel decidere di come disporre del proprio voto", ha detto Giannella, che ha spiegato di essere preoccupato del fatto che "non vi siano cittadini a denunciare il voto di scambio".

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Negli ultimi anni Bari è stata a un passo dal vedere il suo Comune sciolto per mafia. Il capoluogo pugliese è in mano - ormai da vent'anni - alla sinistra: da Michele Emiliano - oggi governatore uscente della Puglia - ad Antonio Decaro - ora europarlamentare - fino all'attuale sindaco Vito Leccese. "Le parole del procuratore Giannella sul voto di scambio segnalano non solo la presenza strutturata della criminalità, ma anche un atteggiamento culturale e politico ormai passivo, se non connivente", ha commentato il senatore di FdI, Filippo Melchiorre. Per Pietro Pittalis di Forza Italia, invece, è necessaria "maggiore verità e meno reticenza".

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