Il Pd vuole l'Italia fuori dal Mondiale per boicottare gli israeliani

di Alessandro Gonzatovenerdì 8 agosto 2025
Il Pd vuole l'Italia fuori dal Mondiale per boicottare gli israeliani

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Come Pak Doo-ik, il centrocampista nordcoreano – nella vita professore di educazione fisica – che ci eliminò dai Mondiali di calcio del’66. Anzi peggio, perché quella partita almeno la giocammo: la sinistra invece, invocando il boicottaggio di Italia-Israele (se non giochiamo perdiamo a tavolino e restiamo esclusi dal terzo Mondiale di fila) indossa la divisa di Byron Moreno, il pingue arbitro ecuadoriano giustiziere degli “azzurri” di Trapattoni contro l’altra Corea.

Ora: d’accordo che la Nazionale è mediocre e giocando rischiamo comunque una Caporetto dunque l’esclusione dal torneo della prossima estate negli Stati Uniti, e però sabotare l’incontro, oltre che contrario ai valori dello sport – dovrebbero unire e non dividere – è uno straordinario esercizio di anti italianità. Niente. Laura Boldrini strilla: «Italia-Israele del 14 ottobre non dovrebbe disputarsi e Israele dovrebbe essere escluso dalle competizioni sportive a causa del genocidio in corso a Gaza».

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La dem concorda con un altro dem, Mauro Berruto, il quale da un paio d’anni è responsabile Sport della segreteria Schlein e dal 2010 al 2015 non era dem ma allenava la nazionale maschile di pallavolo. «Italia-Israele», ha dichiarato l’ex ct, «è una partita che non dovrebbe proprio essere giocata». Sperava che Udine, amministrata dal centrosinistra, facesse come Bari – altra amministrazione Pd – che si è rifiutata di ospitare l’incontro, col sostegno della giunta regionale anch’essa di sinistra. Al contrario di quella del Friuli Venezia Giulia capeggiata dal leghista Massimiliano Fedriga, il quale ha dato il patrocinio. Poi Berruto aggiunge che «non tocca agli organismi sportivi italiani decidere su questo “ban” (divieto, ndr) ma a quelli internazionali, in questo caso Fifa e Uefa». Berruto, da allenatore della Nazionale, si sarebbe consegnato a una sconfitta a tavolino? È dubbio, e infatti poi tenta di aggiustare il tiro (è stato pure direttore tecnico della nazionale di tiro con l’arco), ma comunque chiede che gli “azzurri” diventino rossi, «come le magliette indossate da Panatta e Bertolucci nella finale di Coppa Davis nel Cile di Pinochet», che era un dittatore venezuelano per Di Maio, allora ministro degli Esteri.

Anche i 5Stelle stanno strepitando per la partita: «Le attiviste e gli attivisti del Movimento» – e perché no gli o le attivist*- «esprimono forte preoccupazione e netta contrarietà, non possiamo accettare che tramite lo sport si ignori il contesto in cui Israele opera e pertanto appoggiamo le posizioni del sindaco e degli assessori che hanno già espresso la loro contrarietà non solo al fatto che questa partita si disputi nel nostro Stadio (perché in maiuscolo resta un mistero, ndr), ma proprio sul fatto che venga disputata».

Ricordiamo che lo scorso ottobre, sempre a Udine e sempre il 14, Italia e Israele si sono già fronteggiate in Nations League: in città c’era stato un corteo di protesta ma il popolo pro Pal, che pur aveva annunciato il pandemonio, si è limitato a qualche coro e molti aperitivi. Andiamo avanti. Nel caravanserraglio giallorosso, a cui si mescola il verde degli ambientalisti che ormai si occupano di tutto tranne che d’ambiente – è comunque una consolazione – in questo variegato mondo, dicevamo, c’è inoltre chi non si oppone alla partita in sé ma vorrebbe un gesto simbolico, come quello della nazionale svizzera di scherma che durante la premiazione ha voltato le spalle ai vincitori israeliani.

Lo sport con la politica non c’entra nulla, al contrario di quello che pensano democratici e sodali. Tra i quali– giornalisti e maître à penser inclusi – si allarga la schiera di chi tuona che giocare contro Israele è doppiamente sbagliato in quanto tutti i calciatori hanno fatto il militare o sono pro-Netanyahu: avessero disertato, quindi, non ci sarebbe stato alcun problema a disputare l’incontro, magari in carcere. Oltre al fatto che statisticamente ci sarà pure qualche giocatore a cui Netanyahu non piace, come Putin a quelli russi, ma non ha alcun obbligo di manifestarlo pubblicamente.

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Non ditelo al senatore grillino Luca Pirondini: «Presenteremo un’interrogazione in Senato per chiedere al governo se corrisponde al vero quanto riportato da notizie di stampa, ovvero che tra i membri dello staff della squadra israeliana potrebbero essere presenti appartenenti alle forze armate, e se tra questi vi siano soggetti coinvolti in gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, potenzialmente oggetto di indagini da parte della Corte Penale Internazionale per quanto sta avvenendo a Gaza». Dovessimo giocare e perdere è probabile che Angelo Bonelli chieda alla Meloni di riferire in parlamento: «Non si nasconda dietro a Gattuso!». E se Bonelli volesse prendere il posto del ct calabrese? Oronzo Bonelli Canà, l’allenatore nel pallone.

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