Faida grillina in Calabria tra Tridico e Baldino E Decaro fugge al mare...

L’ex presidente Inps è indeciso e insidiato dalla vicecapogruppo M5S In Puglia l’europarlamentare pubblica una foto in spiaggia e attende segnali da Elly
di Elisa Calessimartedì 19 agosto 2025
Pasquale Tridico

Pasquale Tridico

3' di lettura

C’è chi si dà alle grigliate e chi ai materassini. Intanto, però, le candidature del centrosinistra per le Regionali non si decidono, le situazioni si complicano e i dossier si ingarbugliano. Soprattutto al Sud. E in due regioni su tutte: Calabria e Puglia. La lunga tavola imbandita con carne arrostita, tradizione tipicamente calabrese, è la foto che Pasquale Tridico, ex numero uno dell’Inps, europarlamentare del M5S, candidato in pectore del centrosinistra in Calabria, ha postato nel giorno di Ferragosto, corredata di una scritta criptica: «Calabria mia, terra mia». In molti l’hanno letta come un preludio all’annuncio, atteso da giorni, di una sua disponibilità a candidarsi. Un messaggio alla famiglia, che poi diventerà pubblico. Anche se chi lo ha sentito sostiene che Tridico, nonostante il forte pressing di Giuseppe Conte, ma anche di Elly Schlein, è ancora indeciso. Riserve professionali (a Bruxelles è soddisfatto del lavoro che sta facendo), riserve politiche (e se perdesse? Vale la pena rinunciare a un seggio certo per una partita incerta?) e persino familiari (pare che la moglie non abbia voglia di lasciare Bruxelles) lo stanno seriamente frenando. Ma la chiamata è forte e, come lascerebbe pensare il post, rifiutare un appello così forte della sua terra, non è facile.

CHAT INFUOCATE
Si è aggiunto, però, un problema. Schlein ha messo in chiaro che, se Tridico rinuncia, la casella spetta al Pd. Nello stesso tempo le chat grilline si sono infuocate perché c’è chi sostiene che la candidatura spetti a un esponente doc del Movimento, non a un tecnico. Ossia a Vittoria Baldino, vicecapogruppo. In ogni caso Baldino avrebbe messo in chiaro che se Tridico rinuncia, spetta a lei. Non certo a uno del Pd. E così Conte si trova in mezzo a una diatriba interna: Baldino da una parte, che ha il sostegno di gran parte del Movimento, Tridico dall’altra, che ha l’appoggio del Pd e dei centristi (Azione e alcuni sindaci). Ma la vera notizia è il dissidio che si sta consumando nel M5S, tra Tridico e Baldino. «Una volta tanto quelli divisi non siamo noi...», è il commento tra i dem. Certo è che questa situazione andrà risolta e anche in fretta perché le liste vanno fatte. Ma finché non si decide il nome del candidato presidente, tutto è congelato.

TUTTO TACE
La stessa paralisi si sta verificando in Puglia. E se Tridico si dà alla grigliata, Antonio Decaro ha risposto con una classica fuga in spiaggia, munito di materassini gonfiabili, borse termiche e zaino. Questa, almeno, è la foto che l’europarlamentare, ex sindaco di Bari, candidato in pectore per la Regione Puglia, ha postato l’altro giorno. Anche in questo caso, tutti sono in attesa della sua decisione. Ma Decaro ha rilanciato la palla al Nazareno, chiedendo a Schlein, come condizione della sua disponibilità, di imporre a Emiliano di non candidarsi in consiglio regionale. Cosa che Schlein, finora, non è riuscita a fare (o non ha voluto fare).

INTESA
Paradossalmente, la situazione che si è risolta per il meglio è quella dove il candidato si è imposto, vincendo le resistenze anche della segretaria dem: ossia la Toscana. Ieri, infatti, il Pd e il M5S hanno siglato a Firenze il patto di coalizione in 23 punti a sostegno della ricandidatura di Eugenio Giani. Fra gli impegni contenuti nel patto, un sistema di reddito di cittadinanza regionale, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e la riduzione della settimana lavorativa, la chiusura del rigassificatore di Piombino, il no alla base Nato di Firenze, all’ipotesi di insediamento militare nell'area di San Rossore e al potenziamento dell’aeroporto di Firenze. Un’apertura così netta ai Cinquestelle, con tali e tante concessioni, che ha lasciato di stucco persino molti dem, specie di area riformista. Al punto che Giani si è dovuto quasi giustificare: «Qualcuno ci dice, ma questo è un rapporto preferenziale», ha detto ieri. «No, è sicuramente il rapporto con una forza politica che viene da un percorso diverso, di opposizione, quindi dovevamo far risaltare gli aspetti di novità e se vogliamo di innovazione che questo accordo richiama, ma in realtà stiamo lavorando con tutta la coalizione». E ha proposto «il campo largo che viene fuori in Toscana» come «un esempio a livello nazionale».