E alla fine i disobbedienti col pugno sinistro chiuso hanno dovuto chinare la testa... La nave Mediterranea - della ong Mediterranea Saving Humans che tra i suoi fondatori vanta il Disobbediente per eccellenza, ovvero Luca Casarini - si trova ora in stato di fermo amministrativo nel porto di Trapani. Il provvedimento, siglato da Polizia, Guardia di Finanza e Guardia Costiera, è la logica conseguenza della sfida aperta allo Stato italiano. Sabato, infatti, gli ultras dell’immigrazione sfrenata si erano rifiutati di sbarcare a Genova i dieci migranti (iraniani, iracheni ed egiziani partiti dalla Libia, tra cui tre minori non accompagnati) ripescati tra mercoledì e giovedì a poche miglia da Pantelleria, come disposto dal governo, per puntare invece verso la Sicilia con la scusa che «le onde erano alte più di due metri e mezzo». Ecco quindi scattare il “decreto Piantedosi”: oltre al fermo dell’imbarcazione, la cui durata sarà decisa dal prefetto entro cinque giorni, ci sarà anche una multa (fino a un massimo di 10mila euro) per la ong. Chi calpesta la legge, paga.
Del resto, funziona così in tutti i Paesi civili: solo in Italia se il governo impone la sua autorità parte la tarantella del “fascismo-nazismo-razzismo”. E infatti... «È un provvedimento osceno. Il governo blocca in porto una nave che sarebbe pronta a partire per continuare la sua attività di soccorso, attività necessaria visto il tragico bilancio dei naufragi delle scorse settimane a sud di Lampedusa. Si vendicano e ci colpiscono perché abbiamo salvato da morte certa dieci ragazzi eli abbiamo sbarcati nel più vicino luogo sicuro affinché fossero curati. Intanto collaborano con quelle milizie che in Libia sono responsabili di ogni genere di abuso e violenza nei campi di detenzione. Non ci fermeranno con questi mezzi», attacca Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans. «Il fermo amministrativo è avvenuto in applicazione del decreto Piantedosi, varato dal Governo Meloni per contrastare l’immigrazione irregolare. Le leggi si rispettano», ribatte subito Fratelli d’Italia.
Mediterranea, il fermo "atto osceno": la Ong perde il controllo
Il fermo amministrativo della nave Mediterranea di Mediterranea saving humans, bloccata al porto di Trapani, "&egra...
Non bastasse ciò, ad alzare itoni della polemica ha contribuito la mitragliata partita domenica pomeriggio dalla Guardia Costiera libica verso la Ocean Viking, la nave di ricerca e soccorso noleggiata da Sos Méditerranée, dopo il salvataggio di 87 sudanesi a quaranta miglia nautiche a nord della costa del Paese nordafricano. «Questo incidente non è solo un atto scandaloso e inaccettabile. Metodi, circostanze e dinamiche dimostrano chiaramente un attacco deliberato e mirato contro il nostro equipaggio ma anche contro le nostre capacità di soccorso. Chiediamo un’indagine approfondita sui fatti di ieri pomeriggio e che i responsabili di questi attacchi pericolosi siano assicurati alla giustizia», arringano dalla ong con sede a Marsiglia. Nel mentre, le autorità italiane avevano riassegnato un nuovo porto sicuro alla nave: non più Marina di Carrara ma Augusta.
Ma la grancassa mediatica sinistra ha cominciato a girare a mille fin da subito. Tutta colpa di Giorgia Meloni e delle destre. «Continuare a finanziare, equipaggiare e addestrare la Guardia Costiera libica, nonostante le sue violenze e le sistematiche violazioni del diritto internazionale, significa essere corresponsabili delle minacce contro chi salva vite. L’Italia, ormai sotto ricatto della Libia, arriva ad accettare che navi umanitarie battenti bandiera europea vengano mitragliate. Chiedo un’inchiesta indipendente e la cessazione immediata di ogni collaborazione con la Guardia Costiera libica. L’Italia non può continuare a coprire crimini in mare», dice Angelo Bonelli, deputato di Avs.
«Chiediamo al governo che cosa intenda fare, ma temiamo di conoscere la risposta: niente. Perché sono gli stessi che hanno riaccompagnato a casa il criminale Almasri», l’attacco della segretaria del Pd, Elly Schlein. «Il governo italiano arma, paga ed addestra le milizie libiche per sparare addosso a chi soccorre e salva le vite in mare. Questa è la verità. Pretendiamo che il ministro degli Esteri Tajani e la presidente del Consiglio Meloni si facciano sentire al più presto con Tripoli. E che l’intera maggioranza si ricordi di questi atti criminali quando voterà per rinnovare gli accordi con la Libia», rincara la dose il suo compagno di disavventure, Nicola Fratoianni (anch’egli deputato rossoverde). E poi ecco Riccardo Magi, segretario di +Europa: «Quanto accaduto è la conseguenza diretta di una politica scellerata che delega alla Libia il “lavoro sporco” contro chi salva vite umane. Quello che come +Europa abbiamo sempre chiesto è semplice: sospendere immediatamente qualsiasi accordo con la Libia e interrompere ogni forma di collaborazione con chi si rende protagonista di atti illegittimi e criminali contro migranti e ong. Ma serve anche una missione europea di salvataggio in mare». Lasciando perdere i deliri e tornando alla cronaca, i dieci migranti sbarcati dalla Mediterranea a Trapani, ospiti delle strutture di accoglienza, stanno tutti bene.