Bari in termini di sicurezza è 89esima su 107 province - classifica del Sole 24 Ore - e il sindaco vorrebbe fermare i manigoldi a colpi di friselle, sempre che il manigoldo non sia a dieta, condizione che esporrebbe il malcapitato agente a un’imputazione per tortura. L’ultima di Vito Leccese, sindaco dem, ex Verde, è il dietrofront sull’uso del taser, la pistola a impulsi elettrici che dovrebbe limitare l’uso di quella a proiettili e del manganello, che richiama l’olio di ricino e per carità, al governo ci sono già i fascisti.
POLIZIA LOCALE
A Olbia e Genova i carabinieri hanno usato il taser contro due delinquenti che ne stavano combinando di ogni, entrambi sono morti, uno era cardiopatico e a sinistra è partita la canea: così, hanno strillato, chi ha patologie rischia troppo! Con la Schlein premier e Leccese al Viminale - incubo di una notte di fine estate - i malviventi dovranno ciondolare con un cartello sul petto: «Niente taser, ho la pressione alta». I pendagli da forca più âgé pretenderanno attenzione per le vene varicose.
L’assessore alla Polizia di Bari, Carla Palone, col placet del sindaco sta per portare in Consiglio comunale la proposta di sospendere la pistola elettrica: l’esito è scontato dato che dopo Olbia e Genova Pd e 5Stelle hanno subito gridato allo scandalo. Leccese, dicevamo, ha un passato da Bonelli e il futuro è incerto. È nato tre giorni dopo lo scopritore di Soumhaoro, anno 1962. Leccese è stato tra i sottoscrittori dell’atto costitutivo della Federazione delle Liste Verdi e tra i vecchi pasdaran del referendum per l’abolizione del nucleare.
Due volte deputato, la terza non ce l’ha fatta e il motivo qualcuno lo spiega sfogandosi su Wikipedia (per i maliziosi questo qualcuno è lo stesso Leccese, ma noi non ci crediamo): «Dopo lo scioglimento delle Camere, che sancisce il tramonto della cosiddetta “prima repubblica”, si candida alla Camera in uno scenario politico radicalmente cambiato e con una nuova legge elettorale, trovandosi a sfidare l’esperto Giuseppe Tatarella, tra i leader della nascente coalizione di centrodestra. La competizione elettorale così squilibrata non ha successo», proseguiamo su Wikipedia, «ma richiama l’attenzione dei media nazionali: Claudio Fava, autore di “Sud”, un reportage nelle città del Mezzogiorno che un tempo erano stati feudi democristiani, di lui ha scritto: «Scuro e riccio come un pescatore di Tunisi». Sono soddisfazioni. Sognava di entrare anche allo Zecchino d’oro, ha confidato a Repubblica, ma niente: «Avevo fatto un provino, ci fecero cantare “Il lungo, il corto e il pacioccone”». Il lungo, il corto e il pacioccone, sono tre bravi cowboys. Non usano mai le pistole, perché lo sceriffo non vuole. E però la ribalta è arrivata «nella parte di se stesso nella sitcom “Filomena Coza Depurada”, che riscosse successo nelle televisioni locali».
Medaglie pure nel mondo della lirica. «Da adolescente», ha raccontato Leccese ancora a Repubblica, «ho fatto la comparsa al Petruzzelli. L’ultima fu il Trovatore: nella scena finale inciampai nella spada e rovinai a terra trascinandomi dietro il capitano delle guardie e il tenore. Ovviamente venni licenziato».
HAMAS
A inizio agosto Leccese ha consegnato le chiavi della città a Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite nei territori palestinesi, e in effetti non aver accennato ai macellai di Hamas in 39 pagine di relazione meritava un premio. È sinceramente democratico, Leccese, il quale ha appena cacciato dalla Fiera del Levante di Bari gli espositori israeliani: «È una scelta etica», ha sentenziato.
Perché non ha cacciato anche gli iraniani, allora? «Là non c’è alcun genocidio».
Non conta, evidentemente, che là vengano lapidate centinaia di donne all’anno: nel 2024, secondo Amnesty International, tra uomini e donne ci sono state oltre mille pene capitali. Dall’etica alla cotica.
Il Leccese, collegato con l’Aria che Tira (La7), seduto su un trono ha spiegato che avrebbe «tradito» la sua comunità se non avesse escluso gli ebrei. «Un sindaco deve occuparsi anche di questioni che riguardano i sentimenti...». Ne faccia un assessorato.