Vannacci: Voto con la sinistra per far fuori Ursula

di Roberto Tortoragiovedì 11 settembre 2025
 Vannacci: Voto con la sinistra per far fuori Ursula

( Ansa)

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Altro che Europa unita: a Strasburgo va in scena l’ennesima prova del disastro targato Ursula Von der Leyen. A luglio la presidente si era salvata da una mozione di sfiducia proposta da AfD, adesso invece è la sinistra al Parlamento europeo a metterla in discussione. Il generale Roberto Vannacci, eurodeputato e vicesegretario della Lega, non ci gira attorno: “Frau Von der Leyen va sfiduciata. È un fallimento totale”. Parole raccolte da Il Foglio, a poche ore dal discorso sullo Stato dell’Unione, che avrebbero dovuto scuotere i banchi di Bruxelles.

E invece nulla. La presidente ha parlato di “nuova Europa”, senza cambiare una virgola rispetto alle politiche che, negli ultimi sette anni, hanno messo in ginocchio il continente. Green deal, desertificazione industriale, immigrazione senza freni: la ricetta non è mutata. Anzi, Von der Leyen ha rilanciato su Rearm Europe, un piano da 800 miliardi per armi e difesa. Soldi sottratti a sanità, infrastrutture e lavoro. Vannacci non si trattiene: “Ne sono assolutamente convinto, questa presidenza è una sciagura. L’Europa sta perdendo in tutti i campi: economico, sociale e militare. Non si ferma l’immigrazione clandestina, non si proteggono i cittadini”. E se qualcuno a sinistra prova a imitarne le critiche, il generale smonta subito l’operazione: “Nel caso del Pd penso sia una critica di facciata, per prendere voti alle regionali. Il Pd non fa proprio testo, avendo votato tutte le leggi e tutti i provvedimenti inerenti al Green deal, alla desertificazione industriale, e alla guerra a oltranza”.

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Il discorso sullo Stato dell’Unione, secondo il leghista, è stato il simbolo di questo fallimento: propaganda verde, censure mascherate da fact-checking, persino l’idea grottesca di “piccole auto elettriche” per sostituire i modelli tradizionali. Una distopia che a Vannacci ricorda più Orwell che l’Europa dei padri fondatori. Alla fine resta l’immagine di un’Unione stanca, burocratica, sempre più lontana dai cittadini. E se il “ministero della verità” evocato da Bruxelles dovesse davvero vedere la luce, per gli europei non resterebbe che una scelta: piegarsi al pensiero unico o sfiduciare chi, come Von der Leyen, ha trasformato il sogno comunitario in un incubo.

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