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Pontida, Salvini blinda la Lega e smonta le polemiche sinistre

Il discorso del leader e le sue implicazioni: un raduno, quello sul "sacro pratone", che guarda al futuro
di Fabio Rubinilunedì 22 settembre 2025
Pontida, Salvini blinda la Lega e smonta le polemiche sinistre

(LaPresse)

3' di lettura

La pietra angolare della Pontida 2025 sta nell’esortazione pronunciata da Matteo Salvini nel finale del suo intervento. Rivolgendosi alle migliaia di militanti presenti sul pratone dice loro: «Voi non dovete cambiare mai», che alle orecchie più attente suona anche come un: state tranquilli che le radici della Lega non sono cambiate negli ultimi quarant’anni e non lo faranno nemmeno nel prossimo futuro. Se volete, visto che parliamo di pietre, questa- nelle intenzioni del leader- dovrebbe essere la pietra tombale sulle polemiche circa la “vannaccizzazione”, che non c’è e non ci sarà e che continuerà ad esistere solo nelle teste della sinistra, che questa polemica l’ha inventata e alimentata, qualche volta con l’involontaria complicità di esponenti del Carroccio, che si sono fatti trascinare. Insomma Salvini vuole mettere ordine. Perché le battaglie da combattere sono tante e non dentro la Lega e lui, dopo aver chiesto «un minuto di applausi per Charlie Kirk», ne indica subito due: «Segnatevi questa data, il 14 febbraio. Nel giorno degli innamorati faremo la più grande manifestazione che si ricordi in difesa dei valori, dei diritti, dei confini e della libertà occidentale».

Poi ordina ai suoi di presentare nei Consigli mozioni per dire no al riarmo e all’invio di militari italiani in zone calde. «L’Italia non è in guerra con nessuno. Bisogna ascoltare Papa Leone XIV, supportare gli sforzi di Donald Trump per la pace» e non ascoltare «la voglia di leader europei dimezzati che pensano alla guerra e alle armi per nascondere i fallimenti in casa loro». Questa volta Salvini non lo cita esplicitamente, ma il riferimento a Macron è più che evidente. Il “Capitano” parla anche della situazione in Medioriente: «Auspichiamo la soluzione dei due popoli e due stati», ma avverte, «non sarà possibile fino a quando i tagliagole islamici di Hamas terranno in ostaggio bambini palestinesi e israeliani». E a proposito di islam ricorda come «l’omosessualità è un reato in 62 Stati nel mondo e sono tutti islamici». Qualcosa vorrà pur dire. Cita Silvio Berlusconi («un gigante che ha cambiato l’Italia») e Umberto Bossi («un uomo che dal nulla ha ridato forza a milioni di italiani»); ricorda Roberto Maroni e Giancarlo Gentilini, lo “sceriffo” trevigiano. E ancora Pim Fortuyn e Theo van Gogh, entrambi assassinati per aver contrastato l’islamizzazione e nel pantheon della Pontida 2025 non poteva mancare Oriana Fallaci: «Aveva previsto tutto. Il prossimo anno ricorreranno i vent’anni dalla morte, la ricorderemo come merita».

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Intenso anche il passaggio sull’identità della Lega e del suo legame con Pontida che è «storia di coraggio e di ideali. Dal 1990 ad oggi stiamo lottando per portare a casa i nostri grandi obiettivi. E ci stiamo riuscendo. L’Autonomia (Calderoli ha annunciato entro fine anno le firme delle prime intese con le Regioni, ndr), che unirà e libererà le energie dell’Italia da Nord a Sud. Così come la riforma della Giustizia, con la separazione delle carriere». E a questo proposito annuncia la trasformazione «di tutte le sezioni della Lega in altrettante sedi per i comitati del “Sì” al referendum, per liberare i tribunali dalla politica». Poi parla del suo processo («Non ho paura, ho fatto il mio dovere»); del Ponte sullo Stretto «che farà lavorare imprese, uomini e donne, di tutta Italia»; loda Giancarlo Giorgetti, «eletto miglior ministro dell’economia del mondo, ed è della Lega...» e apre il capitolo economico: ampliamento della Flat Tax, pace fiscale e le banche: «Chiederemo loro di darci una mano, ma non ai piccoli istituti territoriali, no. Chiederemo un sacrificio a chi ha fatto almeno mezzo miliardo di utili. Non credo che i loro dirigenti avranno problemi a fare la spesa...». Rivendica con forza l’azione del Carroccio sull’immigrazione: «Il problema non sono gli immigrati regolari che vengono qui a lavorare, ma i clandestini che rubano e stuprano» e che «devono essere rispediti a casa loro». Infine l’esortazione ricordata all’inizio: «Vi chiedo impegno e, in cambio, di offro la mia vita e libertà. Voi non dovete cambiare mai. Liberi, forti e senza paura. Grazie e viva Pontida». Pontida ricambia sventolando bandiere di tutte le regioni. Una bella risposta a chi faceva il tifo per un prato semi vuoto e pronto a contestare. Ancora una volta i gufi sono rimasti a becco asciutto.

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