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Tridico disperato: "Se vinco via il bollo auto"

di Lorenzo Cafarchiosabato 4 ottobre 2025
Tridico disperato: "Se vinco via il bollo auto"

(Ansa)

2' di lettura

Venghino, signori, venghino. La campagna elettorale come grande illusione, parole che arrivano e che vanno in libertà totale. Discorsi trasformati in promesse e promesse da trasformare in voti. Spesso grandi, grandissime contorsioni per contrastare l’astensionismo, ma soprattutto il divario tra candidati. Con questo spirito l’ex numero uno dell’Inps, Pasquale Tridico, ha inaugurato la volata finale verso le regionali in Calabria contro Roberto Occhiuto. Manca un giorno al voto, che si terrà domani e lunedì, quindi Catanzaro val bene una nuova assicurazione per gli elettori. Cosa inventarsi, quindi? Bisogna mettere sul piatto qualcosa dal sapore di saldi di fine campagna elettorale. Ce lo immaginiamo il campo largo, guidato dell’europarlamentare M5S, in una riunione fiume. Qualcuno fuma una sigaretta, qualcuno chiacchiera, un altro col santino di Mimmo Lucano tra le mani, «se ci fosse stato lui» in stile Nedved finale di Champions League 2003 tra Juventus e Milan, mentre la Di Cesare pontifica tra Gaza, Tel Aviv e brigatismo. La lampadina si accende. Abbattere il bollo auto. L’idea delle idee.

Così, proprio come ce li siamo immaginati, arriva la comunicazione. «Fino a quando non saranno garantite strade, infrastrutture e collegamenti degni, noi sospenderemo il bollo auto. Una misura utile a venire incontro alle grandi difficoltà dei calabresi». L’asso nella manica gettato sul tavolo. «Chi ora paga una tassa auto fino a 250 euro, con un Isee fino a 25mila euro sarà esentato finché le strade restano dissestate, i trasporti non funzionano o non sarà garantita una ambulanza in tempi ragionevoli», l’impennata di Tridico che sgasa. «L’auto in Calabria è un bene di prima necessità ed è immorale che la Regione imponga una tassa con quei presupposti, fin quando ne sarà responsabile». Massimo Cacciari ha parlato di «cattiva politica» e vede, in questo atteggiamento, uno stile raffazzonato dell’ultimo «momento, poi la gente si stufa e non va a votare».

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Tutto vero. Però qui siamo oltre. L’avvicinamento al voto di Tridico e soci è stato degno della miglior stand up comedy italiana. Fossimo nei panni dei conduttori di Tintoria, Stefano Rapone e Daniele Tinti, inizieremmo a preoccuparci. Il pentastellato può rubargli il posto. Perché questa comicità involontaria è al pari del miglior Valerio Lundini. Bagnara Calabra diventata Bagnara Calabro, gli errori nel manifesto elettorale, il numero delle province calabresi sbagliate, le funzioni del governatore inesatte, Diamante collocata nella Costa degli Dei, il presunto candidato in odore di mafia nelle liste a supporto di Occhiuto di cui, omertoso, non vuole fare il nome e altri mille sketch di cui non siamo riusciti a prendere nota. Troppi e troppo in sequenza. I lettori ci perdoneranno, gli elettori calabresi invece?

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