Libero logo

Giorgia Meloni ha mandato la sinistra al manicomio

di Daniele Capezzonedomenica 19 ottobre 2025
Giorgia Meloni ha mandato la sinistra al manicomio

3' di lettura

Non l’hanno vista arrivare. Chi, Elly Schlein? No: non hanno visto arrivare sul posto l’ambulanza per chiunque stesse sparando le spaventose sciocchezze che - purtroppo per lei la segretaria del Pd aveva appena finito di scandire ieri ad Amsterdam parlando al congresso del Pse. Lo spunto veniva dalla doverosa solidarietà da esprimere a Sigfrido Ranucci dopo la grave intimidazione di cui il conduttore di Report era rimasto oggetto. Ma che ha combinato Elly? Non sapendo più a che santo votarsi, si è buttata sul pericolo-fascismo: «La democrazia è a rischio, la libertà di parola è a rischio quando l’estrema destra è al governo». Avete letto bene: «L’estrema destra». E ancora, in una rincorsa verso vette sempre più surreali: «La destra al governo in Italia produce propaganda ogni giorno, crea un clima di divisione, polarizzazione, odio». Dev’essere un caso di anomalo ritmo sonno/veglia, di passaggio repentino dal letargo alla sovreccitazione. Solo così può spiegarsi il fenomeno curioso per cui la Schlein non abbia visto, appena pochi giorni fa, le bandiere di Hamas e di Hezbollah che garrivano nelle piazze di sinistra, i cartelli “Appendi un sionista”, lo striscione sul “7 ottobre giorno della resistenza palestinese”, ma che ora- oplà- si sia improvvisamente rimessa a gridare contro la destra fascista.

Il fascismo, appunto. Qui su Libero ve lo raccontiamo da anni: è l’ultimo refugium peccatorum di chi è politicamente disperato, la residua coperta di Linus di una sinistra smarrita e senza identità, che non ha più carte da giocare. Se ci pensate, è un dramma. Ovunque si girino, rimediano schiaffi, a volte masochisticamente autoinflitti. La pace in Medio Oriente? I compagni non ne possono parlare, essendosi messi da soli in fuorigioco. Quella da auspicare tra Russia e Ucraina? Per carità, zitti anche lì: non sia mai che al perfido Trump dovesse riuscire un altro mezzo miracolo. E allora cosa resta? C’è da ripescare la speranza di fine 2022, al momento della vittoria del centrodestra alle Politiche. Qual era la tesi in voga a sinistra? Il mondo sarebbe rimasto choccato dalla leader “postfascista”. La Meloni sarebbe stata isolata, messa in un angolo, costretta a indossare una campanella come i lebbrosi di qualche secolo fa. Trafitta dallo spread, infilzata dai mercati, bersagliata dalle agenzie di rating, marginalizzata da un sistematico cordone sanitario. Come si sa, è successo esattamente il contrario. Anzi, per sovrammercato, un atroce contrappasso fa sì che ora proprio quella via crucis stia toccando alla Francia, idolo dei macronisti italici.

Morale, come in un pazzotico gioco dell’oca, come in un eterno ritorno del sempre uguale, si ricomincia dalla casella di partenza: la sinistra che si autodefinisce come “resistenza” contro un inesistente fascismo. Povero Pd, che brutta fine. Come soggetto politico, è ormai tecnicamente indistinguibile da Avs: alzi la mano chiunque conosca una sola battaglia dem che distingua quel partito dal duo Bonelli & Fratoianni. Quanto alla coalizione, il condominio è già in lite prim’ancora di svolgere una riunione plenaria: Calenda e Marattin (saggiamente) se ne sono andati da un pezzo, e perfino i grillini appaiono lacerati, perché la chiassata anti-Pd di Chiara Appendino esprime un sentimento piuttosto vasto tra i pentastellati. Morale: quand’anche il Movimento, alla fine, si aggregasse, lo farebbe tra ferite e mal di pancia.

"Differenza abissale": il video di Meloni che imbarazza Elly Schlein

Le parole di Elly Schlein davanti al Pse sul governo Meloni non hanno scusanti: "La libertà e la d...

Ecco dunque perché la povera Elly è in crisi di nervi. È stato inevitabile che ieri Giorgia Meloni, dopo la penosa sceneggiata di Amsterdam, abbia infilzato i dem: «Siamo al puro delirio. Vergogna, Elly Schlein, che vai in giro per il mondo a diffondere falsità e gettare ombre inaccettabili sulla Nazione che, da parlamentare della Repubblica italiana e leader di partito, dovresti rappresentare e aiutare». Concetti troppo complicati - temiamo - per una Schlein ormai completamente nel marasma. Poveraccia, immaginate altri due anni così, fino alle politiche del 2027. Ce la farà?