A Roma è andata in scena l’ennesima puntata del “campo largo”, ma stavolta con una novità: spunta il tentativo di dare una gamba centrista e pragmatica a una coalizione sempre più sbilanciata a sinistra. A fare da promotore, come ricorda laStampa, è l’assessore capitolino Alessandro Onorato, promotore di Civici d’Italia. In platea sindaci, amministratori e il solito Goffredo Bettini, regista ombra della strategia: “Serve una tenda centrista”, ripete come un mantra da mesi.
Tra i volti in evidenza c’è la sindaca di Genova Silvia Salis e il napoletano Gaetano Manfredi. Proprio Salis – neanche sei mesi di mandato – viene già accreditata come possibile outsider contro Elly Schlein alle prossime Politiche. Il suo appello suona come un avvertimento: “Basta gare su chi è più di sinistra. Non è una gara. Se lo è, è a chi sta più unito”. Applausi, abbracci e, tra le poltrone, anche Giuseppe Conte: “Dialogo? Sì, ma vediamo con chi”. Il tema della sicurezza – finora tabù a sinistra – domina l’agenda dell’incontro: segnale chiaro a una segreteria vista come troppo sbilanciata su diritti e ideologia. Ma non è finita. Venerdì a Milano nuovo summit, stavolta con i riformisti del Pd: Guerini, Delrio, Gori. Tutti stufi della linea Schlein e del silenzioso Bonaccini, accusato di essere troppo “tenero” con la segretaria. Lui si sfila e lancia la frecciatina: “Vedo discussioni fatte da chi vive nei salotti tv e nelle Ztl”. L’eurodeputata Pina Picierno lancia l’invito su Facebook: “Senza crescita non si protegge il welfare”. Una stoccata nemmeno troppo velata a chi parla solo di salario minimo e lavoro equo.
Genova, sì alla mozione Avs: "Via vittime di Palestina". Silvia Salis che dice?
Intitolare una via o una piazza alle "Vittime in Palestina". Questa è la mozione approvata ieri, mercol...Nel frattempo, Matteo Renzi osserva. Dopo il buon risultato toscano, rilancia la sua Casa riformista e chiama a raccolta proprio alcuni dei civici presenti a Roma. Tutti a caccia del centro, considerato il vero tesoro nascosto della sinistra. Ma il nodo resta sempre quello: chi sarà il leader capace di unire i pezzi?