Dopo l’attentato, Ranucci torna in tv. E lancia un nuovo assalto anti-governativo. Anzi contro Fratelli d’Italia con una serie di servizi studiati tutti con l’obiettivo di attaccare il partito della premier. Parte così, la nuova stagione di Report su Rai3. E parte con un’inchiesta volta a dimostrare che il Garante della privacy risponde al governo Meloni. E poco importa che due membri su quattro, tra cui il presidente, Pasquale Stanzione, vennero eletti ai tempi del governo Conte 2 con i voti di Pd e M5s. Perché, dopo averlo anticipato a La Stampa, ieri sera è andato in onda il servizio per dimostrare che il Garante quando ha multato Report si è mosso «su input politico», ha detto Sigfrido Ranucci.
Ma cosa racconta la trasmissione tv? Mercoledì sera, Agostino Ghiglia, uno dei quattro componenti del Collegio, è stato avvistato in via della Scrofa, davanti alla sede del partito di Giorgia Meloni, come si vede dalle immagini pubblicate dal Fatto Quotidiano e mostrate ieri sera durante la trasmissione su Rai 3. Dodici ore dopo Ghiglia voterà a favore della multa da 150mila euro contro Report per aver diffuso l’audio Boccia-Sangiuliano, già pubblicato dai giornali, deferiti al Garante ma mai sanzionati.
Cgil a Roma, Ranucci da Landini: "Dobbiamo combattere"
"Dobbiamo combattere perché ci sia la libertà di stampa e venga approvata la legge sulle liti te...DOMANDE
Appena tre giorni prima, tra l’altro, il conduttore della trasmissione Ranucci, era stato vittima di un attentato davanti casa. «Lì, nella sede di partito di Fdi» ha dichiarato Ranucci «c’era Arianna Meloni. Sarebbe interessante sapere se hanno parlato della sanzione a Report. E se sì, che cosa si sono detti? Domande, naturalmente, solo domande». Le anticipazioni della trasmissione tv hanno fatto scoppiare la polemica politica, nonostante il comunicato del Garante che ribadiva la propria indipendenza. E poi la smentita del diretto interessato. Ghiglia al Corriere della Sera conferma infatti di essersi recato in via della Scrofa, dove ha sede il partito di Meloni, ma «per incontrare il direttore del Secolo d’Italia Italo Bocchino per la presentazione di due libri». «E Arianna l’ho incrociata e salutata. Due convenevoli, era molto impegnata». «Se è così trasparente come dice, accetti l’intervista», la replica di Ranucci a Ghiglia. Prima della precisazione di Ghiglia, il Garante in una nota aveva ribadito «la piena indipendenza di giudizio e la libertà di determinazione dei suoi componenti». «Le deliberazioni» si legge «sono adottate a maggioranza dei votanti e il voto del Presidente prevale in caso di parità. Il Garante conferma, in tutti i suoi componenti, che nel caso della sanzione irrogata a Report la predetta procedura è stata pienamente rispettata». Ma la polemica non si ferma allo scontro tra Ranuccci e il garante. Da una parte, interviene la moglie di Gennaro Sangiuliano, la giornalista Rai Federica Corsini, per attaccare «la tesi di presunti “interventi esterni” volti a influenzare la decisione del Garante».
Corsini decide di intervenire per «ristabilire la verità dei fatti». La sanzione del Garante, infatti, riguarda la diffusione di un audio relativo ad una conversazione telefonica con suo marito Sangiuliano, mandato in onda da Report l’8 dicembre 2024. «È fuorviante, e palesemente “difensiva”, la tesi secondo cui il Garante sarebbe stato mosso da influenze esterne o da valutazioni politiche» affonda. «È del tutto priva di fondamento, e rappresenta un nuovo, inaccettabile attacco alla mia persona», aggiunge, ribadendo che le decisioni del Garante «si fondano su fatti oggettivi ed inequivocabili, ribaditi anche dalla Procura di Roma».
Le opposizioni stigmatizzano l’incontro nella sede di Fdi.
Mentre i deputati M5S in commissione di Vigilanza Rai avanzano una «richiesta di audizione urgente del presidente», richieste di chiarimenti arrivano pure dal Pd. «È inaudito che, poche ore prima dell’avvio dell’esposto del Garante della privacy contro Ranucci» scrivono i parlamentari del Pd in Viglianza Rai «alcuni componenti di un’istituzione che dovrebbe garantire terzietà e indipendenza siano stati visti entrare nella sede» di Fdi.
NEL MIRINO
Tornando alla puntata di Report, va sottolineato che, oltre al caso Ghiglia, ci sono stati altri tre servizi che hanno messo nel mirino Fdi. Il primo, dal titolo “Piccoli Trump crescono” parte da una dichiarazione di Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene («testo comunista e antidemocratico»). Un’affermazione che, per Report, sarebbe figlia di una strategia di delegittimazione delle istituzioni Ue orchestrata da think tank sovranisti e dalla Heritage Foundation Usa, che avrebbe donato 100 milioni di dollari. A seguire “A noi!” che, dal caso del maestro Beatrice Venezi, direttrice musicale del Teatro la Fenice di Venezia, ripercorre le nomine nei posti chiave del mondo della cultura. C’è poi un servizio legato al precedente contro uno dei figli del presidente del Senato, Ignazio La Russa, Geronimo, avvocato e presidente dell’Automobile Club Italia (Aci). Da due anni, è nel cda del teatro Piccolo di Milano. Un altro servizio, “Porcini nostrani”, sostiene che la sagra nei Castelli Romani, sostenuta dal ministro dell’Agricoltura di Fdi Francesco Lollobrigida, abbia ricevuto 120mila euro in modo poco trasparente. Insomma, l’obiettivo della trasmissione è chiaro: attaccare Fdi.

