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Romano Prodi infilza Schlein e smonta la Gruber sull'allarme democratico

di Daniele Capezzonemercoledì 29 ottobre 2025
Romano Prodi infilza Schlein e smonta la Gruber sull'allarme democratico

4' di lettura

Aiuto, a sinistra non si può più stare tranquilli! Poveri compagni, ormai alle prese con un trauma dopo l’altro, roba da finire dritti dall’analista. L’ultimo tremendo choc si è verificato venerdì sera a La7. Poi c’è voluto un lungo weekend prima che i contenuti diventassero piano piano virali sui social, fino all’esplosione di ieri, quando il clippino incriminato girava ovunque. E che è successo?

Ospite di Lilli Gruber, ha- per così dire - gettato la maschera perfino quello che viene ritenuto per antonomasia il padre nobile del centrosinistra, e che invece, nell’occasione, ha assunto i contorni di un imprevedibile collaborazionista del regime nel cupo AQEM (anno quarto dell’era Meloni). Stiamo parlando di Romano Prodi. E naturalmente scherziamo, perché qui lo abbiamo criticato mille volte - l’ex premier ulivista si è invece dimostrato lucido e fermo nell’evitare di prestarsi alla banale imboscata anti-Meloni per cui era stato probabilmente convocato.

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Ormai i salotti rossi televisivi (quelli sospettabili e pure quelli insospettabili) funzionano così: occorre per forza dichiarare, a un certo punto, che la democrazia è in pericolo, che a Palazzo Chigi stanno mettendo la Costituzione sotto i piedi, e che dunque occorre sempre e solo indurire la linea di opposizione, in un crescendo di estremismo adolescenziale e impolitico. Prodi, che sarà un cattocomunista ma è tutt’altro che uno sprovveduto (ed è un tipo che ha battuto due volte un gigante come Silvio Berlusconi), non ci sta a fare da comparsa nella recita schleiniana, e di fatto smonta il giocattolo.

Prodi e il rischio democratico, guarda qui il video di Otto e mezzo su La7

PUGNALATA

Ma come? Proprio lui? La pugnalata alla schiena dei nuovi autoproclamati resistenti è arrivata quando la conduttrice ha cercato di incalzare il Prof sui «rischi per la democrazia» che si starebbero correndo in Italia. E che fa Prodi? Non solo non raccoglie, non solo ridimensiona e nega, ma infilza per tre volte la tesi gruberiana. L’ex leader ulivista- come vedremo tra poco in dettaglio - scandisce che è stata la sinistra a voltare le spalle all’Italia, poi ribadisce che al momento non esiste alcune alternativa credibile, e conclude che rischi per la democrazia non ce ne sono.

Lasciamo la parola a lui, a Prodi stesso, la cui diagnosi appare onesta e impietosa rispetto all’inadeguatezza dell’attuale sinistra: «Il problema è che la destra può perdere voti solo se c’è veramente un’alternativa di governo, con un programma di governo, con degli obiettivi precisi». Gruber lo incalza: «Ma c’è questa alternativa di governo?». E Prodi trafigge Schlein una prima volta: «Per ora io vedo che c’è una scarsa alternativa, e questo è l’aspetto per cui la destra guadagna voti, perché la gente dice: “Io voglio un’alternativa concreta”».

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A questo punto entra in campo un’altra ospite di Otto e mezzo, la giornalista Lina Palmerini: «L’anno prossimo sono vent’anni che il centrosinistra non vince un’elezione. Secondo lei, chi vi siete lasciati indietro? A chi avete voltato le spalle?». «Secondo me all’Italia», è stata la risposta immediata di Prodi, con parole pesanti come pietre. Palmerini ripropone la questione gruberiana: «Ma allora l’allarme democratico non c’entra nulla? (...)». E però Prodi è irremovibile: «Io le dico che non esiste un problema di alternativa democratica in questo momento».

Fino a che è direttamente Lilli Gruber a tornare ad incalzare il Prof con uno dei mantra cari alla conduttrice, il pericolo della cosiddetta “destra-destra”: «Però le devo chiedere, c’è o non c’è un rischio democratico in Italia con questa “destra-destra” al potere?». Ma Prodi, impassibile come una sfinge, smonta ancora una volta questa fragile architettura propagandistica: «Quello chele ho detto è che c’è un senso del potere molto forte. Questo non vuol dire che sia a rischio la democrazia».

Panico in studio, pallori improvvisi, imbarazzo e mezzi silenzi. Ma come, tu quoque, esimio Professore? Capite bene che in tre minuti Prodi ha non solo ridotto a poltiglia la leadership di Elly Schlein, ma contestualmente ha sciolto il farsesco Cln costruito da tre anni a base di «allarme-fascismo», «rischio-regime», e via delirando.

"L'alternativa è scarsa": guarda qui il video di Prodi a Otto e mezzo su La7

RACCONTO FARLOCCO

Dopo tre anni trascorsi dai migliori cervelli della sinistra politica e mediatica a infilare a forza fez e stivaloni agli avversari, ora è Prodi in persona a stracciare questo racconto farlocco, a cestinare una sceneggiatura insensata e autoconsolatoria. Di più: con un ragionamento da adulti e non da assemblea scolastica, il Professore, anziché unirsi al coro di chi straparla e dà di matto contro Meloni, invita la sinistra a pensare a se stessa, a darsi un minimo di strategia, a non schiacciarsi in modo infantile su un racconto autoconsolatorio e in ultima analisi minoritario.

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E ora che si fa, compagni? Delle due l’una. O si dà retta al Prof: e allora si pone fine all’assemblea studentesca permanente, si rimanda la Schlein da dove è venuta, e si costruisce una ragionevole controproposta di centrosinistra basata su uno straccio di programma. Oppure si fa finta di nulla, si evita di invitare Prodi in tv per almeno un mese e mezzo, si richiamano i riservisti delle ospitate, i pasdaran pronti a strillare (una sera sì e una sera pure) contro il “regime”, e si prosegue con l’eterno ritorno del sempre uguale.

Ps: E dopo la pubblicità, mi raccomando, non perdete la scheda di Paolo Pagliaro. Poi stasera alle 20.30 si ricomincia dalla casella di partenza.