Guarda guarda in campo c'è una nuova giocatrice/ Laura il suo nome è, e talento ha per tre. Laura Boldrini non è Mila Hazuki, la formidabile pallavolista del cartone giapponese. Neppure l'ex ministro Andrea Orlando ha le doti di Shiro, il co-protagonista: Mila ne era perdutamente innamorata ma in questo caso non c'entra, come non c'entra il vero talento di Orlando, quello di perdere le elezioni in Liguria dopo che il governatore uscente, di centrodestra, è finito ai domiciliari. Entrambi (Boldrini e Berruto) con la pallavolo non ci azzeccano nulla, a meno di passioni giovanili che ignoriamo, e però l'ex presidente della Camera e l'ex ministro dem a fine mese si uniranno alla nazionale maschile della Palestina. Quella vera, non di fantasia.
Fermi tutti: Boldrini e Orlando lasciano la politica per il volley? Lo schema per sorprendere gli avversari potrebbe essere la supercazzola schleiniana, ma il rischio è che non la capiscano nemmeno i compagni. Sennonché pare che Elly voglia comunque organizzare la squadra in base ai “Cicli positivi della circolarità” e alla “Visione intersezionale”, i suoi marchi di fabbrica. Pausa teatrale... Spieghiamo. No: nessuno lascia la politica. Boldini e Orlando, insieme ad altri onorevoli dem – Ouidad Bakkali, Sara Ferrari e Valentina Ghio – faranno parte della delegazione che accompagnerà Mauro Berruto, deputato dem, il quale allenerà la nazionale mediorientale.
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Quando qualcuno di centrodestra, soprattutto se Giorgia Meloni, viene insultata la regola per quelli dell'opposizion...Berruto ha guidato per cinque anni la selezione italiana ed è il responsabile Sport della segreteria Schlein. È stato l'ex commissario tecnico, via social, a dare l'annuncio del prossimo incarico: «È un'emozione immensa e un grande onore, allenare la nazionale palestinese oggi è un atto di fiducia nello sport come respiro di libertà e linguaggio di pace. Proverò a restituire il dono che lo sport in tanti anni di carriera mi ha regalato: la tenacia e la responsabilità verso il futuro».
E ancora, Berruto: «Non pensavo di poter avere nulla di più. Ora, dieci anni dopo, accadrà di nuovo. Nell'ultima settimana di novembre, sì, tornerò ad allenare. Lo farò nel posto più simbolico e fragile che si possa immaginare: la Palestina. Su invito del Comitato Olimpico Palestinese e della Federazione Palestinese di pallavolo, avrò l'onore di diventare per qualche giorno il Commissario Tecnico della Nazionale Palestinese di pallavolo maschile». Berruto ha girato mezzo mondo, dalla Grecia alla Finlandia, e senz'altro i ragazzi palestinesi – ai quali rivolgiamo un caloroso in bocca al lupo – ne trarranno giovamento.
Nulla di maschio nell'iniziativa, anzi, lo sport dovrebbe unire i popoli anziché dividerli. Peccato che per settimane, fino al 14 ottobre scorso – giorno della partita a Udine – Berruto e Boldrini hanno chiesto ripetutamente che il calcio Italia-Israele fosse annullata. Quella sera, per altro, i violenti pro-Pal hanno attaccato la polizia e paralizzato la città. Per Berruto era la partita che non «doveva essere giocata». «Sono consapevole», aveva aggiunto, «che non tocchi agli organismi sportivi italiani decidere su questo “ban” (divieto, ndr), ma a quelli internazionali. Servire almeno un gesto simbolico» – ancora Berruto – «come le magliette rosse di Panatta e Bertolucci nel Cile di Pinochet... Non chiedo di non far scendere in campo la nazionale», ravvedimento operoso, «ma non possiamo rimanere in silenzio».
Così invece la Boldrini: «Esattamente com'è stato fatto con la Russia e con altri Paesi in passato, Israele avrebbe dovuto essere sospeso da tutte le competizioni sportive internazionali dopo oltre due anni di vilipendio delle regole dello sport, della Carta Olimpica, degli statuti Fifa e Uefa sui quali è calato un silenzio assordante. Continueremo a denunciare l'ignavia di tutte le organizzazioni sportive che hanno deciso di non decidere». Il Pd non si dà ancora all'ippica. Prima c'è la pallavolo.




