Commette un errore grossolano chi ironizza o fa spallucce per la citazione di Giorgia Meloni dal primo fumetto di Spider-Man sulle grandi responsabilità che derivano da un grande potere. La premier parlava di un aspetto importante della riforma della magistratura: l’alta corte disciplinare. Certo avrebbe potuto citare Carnelutti o Calamandrei, invece ha scelto un eroe che è incardinato nell’immaginario collettivo. Un eroe, come annota Marco Lupoi curatore delle storie di Stan Lee per Einaudi, “di tanti ragazzi italiani arrivati in ritardo per il ’68 e in anticipo per il ‘77”. Giorgia Meloni, che nel 1977 nasceva, è perfettamente combaciante con questi adolescenti che sono cresciuti con il più mite degli eroi in calzamaglia. In fondo, se ancora non lo si fosse compreso appieno, la forza comunicativa di Giorgia Meloni è tutta qui: nel suo arrivare dritta dritta allo scopo presentandosi come genuina, sincera, insomma autentica.
Certo un po’ lo fa anche apposta – come accadde per l’attacco al manifesto di Ventotene – a sfruculiare il mondo che la detesta, quello che, come ebbe a scrivere Concita De Gregorio, fa la fila al Salone di Torino mentre chi vota Giorgia va a giocare aPadel. Gli intellettuali alla Galimberti, per capirci, anche lui finito nelle polemiche citazioni della premier. Ora, la frase scelta da Meloni è la più famosa di Spider-Man e così veniva presentata nei classici del fumetto di Repubblica: «Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Altro che fumetto popolare: questo è un monito che dovrebbe essere affisso in tutti gli uffici e i ministeri del mondo...». E se vale per i politici, per gli impiegati dello Stato, può ben valere anche per i magistrati. Avrebbe potuto anche citare J.R.R. Tolkien, certo. Ma la Terra di mezzo è ormai venuta a noia per i tanti, troppi ricami esegetici suscitati dall’amore della destra per Il Signore degli Anelli.
Maurizio Landini, altro sfregio: "Il governo fa la settimana corta pagata da noi"
"Senza polemica, ma mi pare che a fare la settimana corta sia il governo, profumatamente pagato da noi. Credo quind...Del resto anche attraverso i Supereroi il magico e il meraviglioso hanno fatto irruzione nella modernità novecentesca. Vanno insomma presi molto seriamente perché nelle loro storie ritroviamo gli elementi della tragedia greca: predestinazione, missione salvifica, vulnerabilità. Ingredienti che esistono anche nelle storie fantasy e che sono in fondo alla base della struttura di ogni fiaba che si rispetti. Non aveva torto Cristina Campo affermando che per il bambino il racconto della fiaba, che spesso avviene da parte di un vecchio, da parte dei nonni, è una prima “iniziazione”. L’ascolto del bambino è libero, è ben disposto, è l’ideale terreno in cui la fiaba può dare frutto perché il bambino non è ancora del tutto intrappolato nella rete del razionale. Il linguaggio simbolico della fiaba gli arriva in modo netto e chiaro, non filtrato dalla pesantezza della materialità. Gli aspetti archetipici della favola, trasferitisi nel mondo Marvel, parlano nello stesso modo chiaro e netto, oltrepassando di gran lunga la forza teorica della citazione di un grande giurista.
Ma rifarsi a una celebre frase dell’Uomo Ragno da parte di Meloni ci dice molto anche della sua comunicazione che tende sempre e in ogni circostanza a stabilire un filo diretto tra lei e il pubblico, in particolare il “suo” pubblico. Sappiamo già che la premier non ama che vi siano intermediari tra il suo messaggio e i destinatari. Di qui una certa allergia per il mondo dei giornalisti, di cui pure fa parte. Che tuttavia sia bravissima nella comunicazione attraverso i canali social non v’è dubbio: infatti è la politica più seguita. E non è il vittimismo la cifra che attrae i followers. Mala spregiudicatezza situazionista con cui tratta gli argomenti: spiegando la riforma della giustizia ricorrendo a Spider-Man non prende in giro gli elettori, bensì semplifica un tema complesso. C’è poco da ridere dunque. È stata una strategia azzeccata.




