Elly Schlein, segretaria del Pd: «Fanno paura certi silenzi della destra italiana. Non hanno detto una parola per il liceo devastato dai fascisti a Genova». Benedetta Scuderi, europarlamentare di Avs: «Al liceo scientifico Da Vinci di Genova la violenza è stata ancora una volta protagonista dell’azione di un gruppo neofascista. Ci aspettiamo una presa di posizione forte ed un intervento deciso da parte del governo». Ilaria Salis, europarlamentare di Avs: «I fascistelli di strada, tra intimidazioni e aggressioni, stanno alzando troppo la testa. E questo accade anche a causa dello sdoganamento e le coperture che questo governo gli ha garantito». Ilaria Cucchi, senatrice di Avs: «Le aggressioni neofasciste e neonaziste continuano. Aspetto la condanna della premier dalla fiamma tricolore per questo ennesimo, gravissimo, attacco alla nostra democrazia».
Armando Sanna, capogruppo del Pd in Regione Liguria: «Un’aggressione fascista. La scuola è un luogo sacro, non teatro di intimidazioni squadristiche». Andrea Orlando, consigliere regionale ligure dem: «L’aggressione al liceo Da Vinci a Genova rappresenta, per la sua premeditazione, un salto di qualità nella violenza dell’estrema destra. Alla base di quell’episodio ci sono la campagna di demonizzazione delle proteste studentesche». E ci fermiamo qui per pietà.
I FATTI DI QUELLA NOTTE
Era il 26 ottobre e la notte prima il liceo scientifico Da Vinci di Genova era stato devastato da un gruppetto di ragazzi durante l’occupazione per Gaza. Avevano spaccato tutto ciò gli arrivava a tiro, compreso quanto trovato nell’ufficio del preside, ed era pure spuntata una svastica disegnata su un muro. I presenti avevano anche riferito di aver sentito il branco gridare “Duce, Duce!”. Apriti cielo. Da sinistra era partita una sventagliata di comunicati di fuoco (qui sopra un piccolo estratto) sull’allarme nero. La democrazia sembrava sull’orlo del precipizio. E il governo era l’assoluto responsabile morale dell’assalto squadrista. Intanto, mentre i progressisti si stracciavano le vesti, la polizia si metteva al lavoro facendo emergere dettagli un tantino diversi rispetto alla narrazione politica. Alcuni degli stessi liceali in occupazione, infatti, avevano subito spiegato agli agenti che i balordi entrati in azione erano «maranza».
Il cortocircuito cominciava a prendere forma. Fino a mercoledì, quando gli uomini della Digos di Genova hanno perquisito le abitazioni di nove giovani, due diciottenni e sette minorenni, italiani e stranieri: con ogni probabilità sono loro gli autori del blitz al Da Vinci. E, udite udite, «è esclusa la matrice neofascista». I poliziotti, nelle camere dei ragazzi, hanno trovato e sequestrato vestiti «compatibili con quelli indossati da chi quella notte era entrato con la forza nel liceo». Si tratta di tute acetate e vistose catene da mettersi al collo. Dai decisivi filmati registrati dalle telecamere della zona e dai telefonini degli occupanti si scorgono anche capigliature particolari: capelli rasati ai lati e più lunghi al centro della testa. L’identikit del perfetto maranza. Ma non è tutto. Pure dal controllo dei loro cellulari e computer non è emerso alcun collegamento con movimenti di estrema destra. Storia finita: il fascismo non c’entra nulla nemmeno stavolta.
IL FINTO PESTAGGIO
Esattamente come nel caso del sindacalista Cgil, sempre a Genova, che aveva denunciato di essere stato aggredito dalle camicie nere, salvo poi finire lui stesso indagato per simulazione di reato. Si era inventato tutto e nei giorni scorsi si è beccato quattro mesi di lavori di pubblica utilità. E pensare che l’allora candidata sindaco del centrosinistra (poi eletta), Silvia Salis, era pure scesa in piazza per protestare contro l’avanzata del fascismo... Ma torniamo al Da Vinci. I nove identificati - e non è escluso che alla lista se ne aggiungano altri - sono accusati di violenza privata, danneggiamento aggravato, imbrattamento, possesso di oggetti atti a offendere, accensioni ed esplosioni pericolose. Il movente? La pista più accreditata è quella del regolamento di conti. I soliti screzi tra compagnie. L’assalto al liceo, per rovinare la festa organizzata dai pro-Pal quella sera, sarebbe stata organizzata ai giardini di Brignole, abituale luogo di ritrovo dei maranza. La sinistra chiederà scusa agli italiani per aver alimentato l’ennesima bufala? È una domanda retorica...




