Tragicomico. Migliaia di violenti pro -Pal prendono di nuovo in ostaggio Bologna? Il sindaco, il dem Matteo Lepore, dà la colpa al governo: «La gestione (...) del Viminale è stata sconsiderata. Avevo chiesto di usare la testa e non i muscoli, e questo purtroppo è il risultato».
Una moltitudine di delinquenti, ancora una volta – è successo venerdì sera – feriscono i poliziotti (stavolta 16)? Il dem afferma che «l’80% delle persone che hanno partecipato agli scontri veniva da fuori città», che è un altro modo per scaricare la colpa sul Viminale, e di far ridere, per almeno due ragioni. La prima: il pro-Pal Lepore, ci chiediamo, s’è messo a girare tra i violenti e tra una bomba carta, un razzo, e una raffica di chiodi scagliati contro gli agenti, tra un cassonetto dato alle fiamme e un cantiere stradale devastato ha chiesto i documenti? «Mi scusi lei che sta appiccando l’incendio, è del centro o è un forestiero?»; «Pardon, prima di scagliare quell’asse di legno contro la camionetta della polizia potrebbe fornirmi il cap?».
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Il secondo motivo per cui Lepore ha fatto la figura del Lepore è che la questura lo ha clamorosamente smentito: «A partire dalle 19, in piazza Maggiore, si sono radunati circa 5mila manifestanti, tra i quali circa cento provenienti da altre province». Forse – ma può essere che Lepore sia Tom Ponzi – la questura ha qualche strumento in più per capire chi veniva da dove. Finora gli identificati sono 16 e ci sono decine di filmati al vaglio.
Ma attenzione perché la figuraccia non è finita, anzi. Prima la questura ha spiegato da dove venivano gli “stranieri” che col pretesto di contestare la partita di basket tra Bologna e Maccabi Tel Aviv («Non si deve giocare, fuori i sionisti dalla città!») hanno scatenato la violenza: «Esponenti del centro sociale torinese Askatasuna, dei centri sociali del Nord-Est e soggetti provenienti da Roma e Genova». Poi – attenzione – la questura ha sottolineato da che realtà venivano principalmente i manifestanti bolognesi: «Potere al Popolo, Sindacato Usb, Cambiare Rotta (...) Giovani Palestinesi, Plat, Labas e Tpo, tutti aventi sede in città e questi ultimi due in locali concessi in uso dal Comune di Bologna».
Tra chi ha preso in ostaggio i bolognesi ci sono perfino attivisti che hanno ricevuto locali a canone gratuito, simbolico o calmierato: lo dice di nuovo la questura e lo dicono i fatti. La storia del centro sociale Labas è emblematica: nel 2012 decine di antagonisti hanno aperto e occupato una caserma dismessa, in via Orfeo; nel 2017 è stato sgomberata dalle forze dell’ordine; il Comune in seguito ha indetto un bando per l’assegnazione di un altro spazio, il quadriportico di vicolo Bolognetti: il bando lo ha vinto Labas, il secondo classificato ha fatto ricorso al Tar, è intervenuto il Consiglio di Stato, una situazione imbarazzante da cui Lepore ha provato a uscire prorogando la concessione degli spazi. Per la Lega «una proroga scandalosa» e per Fratelli d’Italia «una decisione di un’amministrazione sempre più in bilico tra incompetenza e arroganza». Il provvedimento di proroga è stato pubblicato in contemporanea con la scadenza dell’assegnazione. Per Fdi «non è credibile che il Comune non sia stato in grado di indire un nuovo bando entro la scadenza». Secondo il consigliere leghista Matteo Di Benedetto «una scelta scandalosa, dato che è stato concesso uno spazio pubblico dal valore commerciale altissimo, peraltro a una realtà politicamente molto vicina all’amministrazione». A febbraio 2022 ammontavano a 37mila euro gli arretrati che l’associazione “Nata per sciogliersi”, evoluzione giuridica di Labas, aveva accumulato: cinque anni di bollette insolute.
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Diversi poliziotti feriti. Bollettino da guerriglia urbana e l'ennesima triste pagina firmata dai pro-Pal con Bologn...Tra i pro-Pal scesi in strada pure quelli del centro sociale Plat, i cui attivisti a ottobre hanno tentato di impedire lo sfratto di due famiglie: la prima occupava illegalmente l’appartamento da quasi due anni e l’altra da sei mesi. A entrambe gli avvisi di sfratto erano stati inviati a dicembre 2022. Poche ore dopo lo sgombero il Plat, con l’incoraggiamento di Ilaria Salis, come risposta ha occupato abusivamente con 150 persone un altro stabile del Comune.
Com’è andata a finire? Lepore ha accontentato gli sfrattati del mattino, ospitati poi in un albergo cittadino, e ad altri che vivono sotto procedura di sfratto è stato concesso, scendendo a patti, di rientrare nelle abitazioni.
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Per Lepore, uno dei primi sindaci a esporre alla finestra la bandiera palestinese, la partita contro la squadra israeliana doveva essere annullata, la stessa posizione dei violenti che hanno attaccato la polizia. Il sindaco aveva detto che il ministro dell’Interno, contrario all’annullamento, se ne sarebbe assunto la responsabilità. Ieri ha rilanciato: «Il ministro credo debba sapere che ci sono 100mila euro di danni ed è giusto che qualcuno paghi». Mandare il conto ai violenti?
Macché! Piantedosi l’indomani della guerriglia ha commentato: «Abbiamo assistito all’ennesima situazione in cui da una parte c’erano persone che cercavano solo un volgare pretesto per mettere in scena la consueta violenza; dall’altra le forze di polizia che si sono confermate baluardo dei valori di autentica democrazia. Agli operatori impegnati sul campo, al prefetto e al questore vanno tutto il mio apprezzamento, il mio pieno sostegno e il più sincero ringraziamento per la fermezza e l’equilibrio dimostrati nell’occasione».




