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M5s, Antonio Noto svela il bluff: "Lo votano, ma solo nei sondaggi"

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venerdì 5 dicembre 2025
M5s, Antonio Noto svela il bluff: "Lo votano, ma solo nei sondaggi"

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Il Movimento 5 Stelle percepito oltre quello reale. Sì, perché Giuseppe Conte vanta l'elettorato più deluso di altri. La riprova? Le ultime elezioni. Un risultato giustificato da Rocco Casalino, ex portavoce del leader grillino, con una semplice frase: "Contano i sondaggi e i sondaggi ci danno al 14 per cento". Eppure "i sondaggi offrono una fotografia del momento. Non del voto" rimarca il sondaggista Livio Gigliuto a cui fa eco Giovanni Diamanti: "Il bacino M5s è tra i più permeabili all’astensione". E per Antonio Noto: "C’è anche un tema legato alla delusione degli elettori". E le Regionali in Puglia e in Campania ne sono la conferma, visto che ci si aspettava nettamente di più. 

Ma la delusione non è l'unica ragione. "La gran parte del consenso del M5s si basa sul voto di opinione - ricostruisce Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli -, che a livello locale conta meno, come abbiamo visto nelle recenti elezioni. Su questo Casalino ha ragione, lo seguo meno nel ragionamento sui rapporti di forza tra M5s e Pd". Non solo, "quando c’è un sistema con le preferenze il Movimento va in difficoltà, risulta non particolarmente performante. Questo vale anche per le europee". Una tendenza diametralmente opposta a quella del Partito democratico che "ha preso più voti di quanto molti sondaggisti stimavano". Anche Antonio Noto, presidente di Noto Sondaggi, riconosce i limiti del Movimento di Conte quando si tratta esprimere le preferenze. E a proposito delle discrepanze tra rilevazioni e urne, dice al Foglio: "Il sondaggio offre l’istantanea di un momento, non si proietta al giorno delle elezioni". E ancora: "In un certo senso il target del M5s sta un po’ alla volta abbandonando il partito perché deluso. E infatti una quota significativa degli astenuti ricade proprio tra gli ex elettori pentastellati". Insomma, "è come se questi ex elettori mantenessero una sorta di legame sentimentale con il M5s. E quindi lo ‘votano’ quando si tratta di rispondere a un sondaggio ma non sono sufficientemente motivati ad andare al seggio il giorno delle elezioni, quando la dimensione della delusione prevale su quella del consenso politico".

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C’è però un’altra curiosità. Nemmeno un paio di settimane dopo i risultati delle europee – 9,9 per cento – le rilevazioni assegnavano alla forza di Conte il 13-14 per cento nelle intenzioni di voto. Il motivo? "Il riferimento in questo caso è alle politiche e il marchio M5s, il leader Conte, hanno un’altra forza", afferma Noto. Simile il parere di Giovanni Diamanti, co-fondatore di You-Trend. "L’elettorato del M5s si mobilita alle politiche mentre è il primo ad astenersi in altri tipi di consultazione. Dopodiché il trend delle europee e delle regionali è opposto se invece si guarda ai sondaggi prima delle politiche. E infatti nell’ultimo mese di campagna elettorale, nel 2022, Conte è cresciuto e non di poco".

Ecco allora che "le rilevazioni inquadrano un momento preciso ma possono avere distorsioni, soprattutto con un’affluenza sempre più bassa. I sondaggi sono utilissimi, necessari, ma affinché lo siano davvero bisogna riconoscerne e rispettarne i limiti. Per questo credo che stabilire i rapporti di forza di una coalizione con i sondaggi sarebbe un po' strano, contano di più i voti reali. L’incapacità di mobilitare i propri elettori – conclude Diamanti – rappresenta un limite del M5s, che non può certo essere imputato ad altri partiti".