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Meloni alla Camera: "Albania, le regole funzioneranno. Le toghe dovrebbero tutelare la Repubblica"

mercoledì 17 dicembre 2025
Meloni alla Camera: "Albania, le regole funzioneranno. Le toghe dovrebbero tutelare la Repubblica"

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"Non abbandoniamo Kiev nella fase più complicata". Lo mette subito in chiaro Giorgia Meloni durante le comunicazioni in aula alla Camera in vista della riunione del Consiglio europeo di domani e dopodomani. E l'Italia, ha chiarito la presidente del Consiglio, non invierà i propri militari in Ucraina. Meloni nel suo intervento ha però toccato altri nodi dell'attualità politica nazionale, a cominciare dal tema dell'imam di Torino Shahin e l'antisemitismo.

ANTISEMITISMO, BASTA DISTINGUO - "È tempo di non ammettere più distinguo e reticenze nella condanna a ogni forma di antisemitismo, perché da lungo tempo si assiste a una inaccettabile sottovalutazione dell'antisemitismo di stampo islamista e di quello connesso alla volontà di cancellazione dello Stato di Israele". 

LA MAGISTRATURA DOVREBBE TUTELARE LA REPUBBLICA - "Alla politica e alle istituzioni spetterebbe anche il compito di preservare la Repubblica dai rischi per la propria sicurezza inclusi quelli derivanti dalle predicazioni violente di autoproclamati imam che come nel caso di Shahin fanno addirittura apologia del pogrom del 7 ottobre. Un impegno che dovrebbe valere per tutte le istituzioni, magistratura compresa. E credo che a nessuno sfugga la sfacciata ipocrisia di chi riesce nelle stesse ore a chiedere la censura di case editrici di libri non graditi e a invocare la libertà di espressione a difesa di chi inneggia ai terroristi di Hamas e alla strage del 7 ottobre".

IL MODELLO ALBANIA - "Il modello Albania, a cui molti altri Paesi europei guardano con grande interesse, funzionerà e ci aiuterà a ridurre ulteriormente i flussi irregolari ed esercitare la deterrenza necessaria al contrasto del traffico di esseri umani. Piaccia o no alla sinistra, di ogni ordine e grado". 

IL VERO NEMICO DELL'UE - "Siamo convinti che la complessità di questo momento imponga uno sguardo ampio e pragmatico capace di abbandonare i dannosi dogmatismi ideologici che hanno ispirato le scelte passate di cui oggi vediamo limiti e contraddizioni e io penso che questa sia anche la strada maestra per rispondere alle sfide poste dalla nuova strategia di sicurezza americana. Personalmente penso che sia inutile o forse addirittura dannoso lanciare strali contro un nemico immaginario perché il vero nemico da combattere è la nostra incapacità di decidere e l'ideologia del declino che l'Unione europea ha drammaticamente sposato negli ultimi anni. Un continente che non riesce a invertire il suo inverno demografico, che ha scelto la strada della iper-regolamentazione asfissiante a scapito dell'innovazione, che si rassegna alla dipendenza militare dagli Stati Uniti a quella tecnologica dalla Cina è un continente che sembra essersi arreso, ma il declino ancora una volta non è un destino, è una scelta. Invertire quel declino è la nostra scelta, reagire, decidere, scegliere perché l'Europa che amiamo è certo un continente, ma è soprattutto un contenuto di valori, identità, visione, innovazione, competitività. Tutto ciò che ha reso grande l'Europa nei secoli deve essere aggiornato e rilanciato e quello che non funziona si cambia". 

BILANCIO UE - "La proposta della Commissione prevede maggiori contributi e minori allocazioni a politiche tradizionali per noi fondamentali come la Politica agricola comune e la Politica di coesione. Lo dirò senza giri di parole: non accetteremo di pagare di più per ottenere di meno".

L'ITALIA A GAZA - "Ho discusso a lungo con il presidente Abu Mazen al quale ho assicurato il pieno sostegno dell'Italia anche nel percorso di riforme necessario per raggiungere gli obiettivi. Permettetemi un inciso: io vorrei chiedere a chi ha vergognosamente sostenuto e continua a sostenere che il governo fosse complice di genocidio se si reputa che anche Abu Mazen lo sia, viste la considerazione e l'amicizia che dimostra verso questo governo". "Abbiamo già approvato un primo pacchetto di aiuti, che intendiamo, ora, integrare ulteriormente per portare un credibile impegno italiano alla conferenza sulla ricostruzione che dovrebbe svolgersi all'inizio dell'anno prossimo. Gli Stati Uniti ci hanno chiesto di contribuire a un progetto pilota per l'addestramento di 50 unità della polizia palestinese da dispiegare a Gaza in tempi rapidi, è un'attività in linea con l'impegno già in atto e che quindi siamo pronti a realizzare". 

ITALIA PORTA DELL'UE - L'Italia condivide con i leader del Golfo la visione di un Medio Oriente in pace e "nell'Italia il Golfo vede sempre di più una porta verso l'Europa. Una porta diplomatica, fisica e geografica per le grandi interconnessioni infrastrutturali, logistiche, digitali ed energetiche ma anche una porta politica per costruire uno spazio di cooperazione. Per questo a Manama ho proposto di creare un nuovo foro di cooperazione" fra Mediterraneo e Golfo, perché "insieme" custodiamo "alcuni dei passaggi più strategici dell'intero commercio mondiale. La mia idea è quella di creare una piattaforma operativa per affrontare le sfide in cui possiamo fare la differenza", 

I 4 FATTORI DECISIVI - "Manteniamo chiaro che non intendiamo abbandonare l'Ucraina nella fase più delicata degli ultimi anni", le parole della premier che ha anticipato come il tema-Kiev occuperà "un ruolo di primo piano" nel Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre. "Ho partecipato a Berlino" alla cena insieme ad altri leader europei "in un clima costruttivo che vale la pena sottolineare", ha detto. "Il cammino verso la pace non può prescindere da 4 fattori fondamentali: lo stretto legame fra Europa e Usa che non sono competitor" e "hanno angoli di visuale non sovrapponibili data la differente posizione geografica; il rafforzamento della posizione negoziale ucraina"; la "tutela degli interessi dell'Europa" e "il mantenimento della pressione sulla Russia".

RUSSIA IMPANTANATA - Mosca, sottolinea Meloni, "si è impantanata in una guerra logorante conquistando solo l'1,45% del territorio ucraino "a costo di enormi sacrifici di uomini e mezzi. Questa difficoltà è l'unica cosa che può costringere Mosca a un accordo ed è stata possibile grazie al coraggio degli ucraini e al sostegno occidentale".

ASSET RUSSI - Bisogna evitare il collasso di Kiev, ha puntualizzato Meloni. "Siamo chiamati a scelte che richiedono responsabilità" perché in gioco "c'è la sicurezza dell'Europa". "Non abbiamo avallato alcuna decisione sull'utilizzo degli asset russi", serve infatti "una soluzione sostenibile. La decisione sarà presa dai leader. Serve una base legale solida", aggiunge, per scongiurare qualsiasi "ritorsione sui bilanci nazionali".

LE RISOLUZIONI DI PD E M5S - Sulla questione Ucraina le opposizioni hanno presentato risoluzioni distinte. Il Movimento 5 stelle impegna il governo a "non procedere con la fornitura del dodicesimo pacchetto di aiuti militari alle autorità governative ucraine" e chiede anche di "promuovere un nuovo protagonismo dell'Unione europea" rinnovando la richiesta di "rendere noto, presso le competenti sedi istituzionali, l'elenco dettagliato dei mezzi, dei materiali e degli equipaggiamenti militari oggetto di invio all'Ucraina" e di "relazionare altresì, nelle opportune sedi parlamentari, i dettagli in merito alle spese fin qui sostenute per le cessioni di forniture militari". Infine i 5 stelle chiedono al governo di trovare "una soluzione efficace alla questione del transito e approvvigionamento del gas che non escluda a priori e pro futuro una possibile collaborazione con la Russia". Il Partito democratico chiede alla maggioranza e a Palazzo Chigi di "collocare l'Italia da protagonista nella costruzione di una vera difesa comune europea e non di un riarmo degli eserciti nazionali privo di coordinamento, esprimendo la chiara volontà politica di andare avanti nel percorso di realizzazione di un'unione della difesa, anche partendo da forme di cooperazione rafforzata o integrazione differenziata tra Stati membri".