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Mafia Capitale, uno skipper ha fatto partire l'inchiesta: "Mi hanno tradito, adesso parlo"

Giulio Bucchi
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Tutto è patito in Sardegna. A dare il la ai magistrati laziali per l'inchiesta Mafia Capitale è stato Roberto Grilli, skipper romano 51enne rinchiuso nel carcere di Sassari dal 2011. Quell'anno era stato fermato ad Alghero: nella sua barca a vela (il “Kololo II”) la Guardia di Finanza aveva trovato qualcosa come 503 chili di cocaina purissima. Era stato uno dei sequestri di droga più importanti in Europa. Eppure con gli inquirenti sardi lui non voleva parlare. Ha cambiato idea nel 2012 quando, dopo sette mesi dietro le sbarre, ha incontrato i giudici romani. A loro ha raccontato quello che sapeva: le sue dichiarazioni hanno definito l'operazione “Mondo di mezzo”, l'inchiesta conclusa con l'arresto di Massimo Carminati & Co. A riportare la notizia è Il Messaggero: è Grilli la “gola profonda” che ha chiarito il ruolo nell'organizzazione dei vari componenti. Così, nelle 3mila pagine stilate dai carabinieri del Ros, sono entrati politici e pubblici ufficiali, dirigenti di municipalizzate, consiglieri comunali e funzionari del Campidoglio. Le manette a Grilli erano scattate per traffico internazionale di sostanze stupefacenti: quando i militari l'hanno fermato aveva 447 panetti di cocaina nella stiva della barca. Da lì al Municipio di Roma il passo è stato (pare) breve. di Claudia Osmetti

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