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Marcatori delle malattie cronichel'UE finanzia l'Università Cattolica

Maria Rita Montebelli
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Si chiama ‘PRECeDI' – acronimo di Personalized pREvention of Chronic Diseases, ovvero prevenzione personalizzata delle malattie croniche – il progetto della durata di 48 mesi finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Horizon 2020 che verterà sia sulla ricerca di biomarcatori per la prevenzione di Alzheimer e delle malattie cardiovascolari, nonché di alcuni tumori come il cancro di testa e collo, sia sulla formazione dei ricercatori del consorzio. Tali ricerche permetteranno di identificare molecole presenti nel sangue (come i microRNA) che con un semplice prelievo eseguito in soggetti sani, permetteranno di predire il loro rischio di ammalarsi di tali malattie. Le valutazioni economiche ed etiche associate, permetteranno altresì di fornire informazioni utili ai decisori politici circa la opportunità di introdurre queste nuove tecnologie nei diversi sistemi sanitari, considerandone i costi e benefici, e gli aspetti etici. L'intero progetto, coordinato dalla professoressa Stefania Boccia dell'Istituto di Sanità Pubblica dell'Università Cattolica di Roma, ha ricevuto un finanziamento di 792 mila euro nell'ambito dei progetti H2020-Marie Curie-RISE-2014. L'Università Cattolica del Sacro Cuore è coordinatore del progetto che coinvolge un partenariato di 11 enti, tra cui due provenienti da Paesi extra Europei (Stati Uniti e Canada), tre piccole e medie imprese e un'Associazione Europea. Nel corso di 4 anni, 30 ricercatori saranno distaccati nelle organizzazioni partner, e saranno supportati da un team di scienziati leader nel campo della medicina personalizzata. La medicina personalizzata. Rappresenta un settore innovativo della ricerca con ricadute importanti sia sull'assistenza sanitaria, sia a livello industriale. Al fine di sfruttare il potenziale di questo nuovo concetto, il consorzio PRECeDI fornisce un quadro coerente per la formazione del personale di istituzioni accademiche e non accademiche su temi di ricerca relativi alla medicina personalizzata, con specifico riferimento alla prevenzione delle malattie croniche. “La ricerca – spiega Boccia – sviluppata nell'ambito del progetto sarà attuata a più livelli: la ricerca di base, le valutazioni economiche, l'organizzazione dei servizi sanitari, le questioni etiche, sociali, e politiche”. Sul fronte della ricerca PRECeDI “è volto a scoprire nuove molecole plasmatiche che fungano da marcatore predittivo di malattia in soggetti sani, e di prognosi nei soggetti ammalati – aggiunge Boccia – utilizzando un semplice prelievo di sangue”. I progetti di ricerca svolti in PRECeDI sono inseriti a loro volta, nel contesto di altri progetti già esistenti finanziati dalla CE presso le strutture ospitanti. Sul fronte della formazione, invece, PRECeDI permetterà lo scambio del personale tra diverse tipologie di organizzazioni (scambio tra partner accademici e non accademici /quindi tra università e industria/SME) o tra diversi Paesi (non solo dell'Unione Europea, ma nel consorzio ci sono anche USA e Canada). Seguiranno corsi di formazione dedicati, e training pratico in piccole e medie imprese scelte liberamente dai ricercatori tra le strutture partner. Il programma Horizon 2020 che finanzia la ricerca avanzata in Europa, infatti ha introdotto per la prima volta questa tipologia di finanziamento che prevede un maggiore contatto dei ricercatori con il mondo imprenditoriale, al fine di favorire il trasferimento delle conoscenze in modo più efficace ed efficiente. I ricercatori quindi, attraverso gli scambi, partecipano in maniera congiunta alla ricerca e acquisiscono nuove competenze che poi riportano nell'organizzazione di origine. I risultati del progetto saranno diffusi tra policy maker, ricercatori, pubblico, operatori sanitari. “PRECeDI è il primo progetto del nuovo programma H2020 vinto dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica – conclude la professoressa Boccia – che rientra all'interno del prestigioso programma di ricerca e formazione Marie Curie coordinato dalla Sede di Roma del nostro Ateneo, che nel 2013 ha ampliato l'Ufficio ricerca dotandosi di una sede dedicata a Bruxelles”. Entro tre anni sono attesi i primi risultati relativi all'identificazione di marcatori precoci di rischio, mentre la formazione darà i suoi risultati già da subito con gli scambi che avranno inizio ad agosto 2015". (LARA LUCIANO)

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