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Perché serve il vaccino influenzale“La prevenzione nell'era dei social”

L'importanza di una corretta ed efficace informazione al grande pubblico per evitare che il dubbio, la disinformazione e l'indifferenza portino a ridurre la copertura e, quindi, l'efficacia

Maria Rita Montebelli
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Un media tutorial tanto interessante quanto tempestivo, quello organizzato nei giorni scorsi a Milano alla Sala stampa nazionale da Sanofi Pasteur su ‘Influenza e vaccini, il valore della prevenzione nell'era dei social', per parlare del ruolo della scienza e della divulgazione medico-scientifica per contrastare le tante fake news, la disinformazione dilagante e le strumentalizzazioni sui vaccini. Un dato è sicuro e incontrovertibile: fino a un secolo fa le malattie infettive erano la più importante causa di morte al mondo, anche nei Paesi più sviluppati, oggi invece è possibile prevenire diverse malattie infettive grazie ai vaccini. I programmi di prevenzione di massa si sono rivelati un successo nel controllo o nell'eliminazione di malattie come la polio, il morbillo o il vaiolo, e la storia ha mostrato come la diminuzione della copertura vaccinale abbia portato alla ricomparsa di alcune malattie nelle popolazioni che prima erano protette. La ricomparsa della difterite, ad esempio, nel 1990 in alcuni Paesi dell'Est Europa ha dimostrato come sia necessario mantenere sempre alta l'attenzione in tema di vaccinazioni. Ma veniamo al tema centrale, quello dell'influenza. L'influenza stagionale. E' un'infezione virale acuta causata dai virus dell'influenza che si diffondono facilmente da persona a persona, ogni anno, in tutto il mondo: caratterizzata da un improvviso inizio di febbre, tosse (solitamente secca), mal di testa, dolore muscolare e articolare, senso di debolezza, gola infiammata e naso che cola. La tosse può durare due settimane o più. La maggior parte delle persone guarisce da febbre ed altri sintomi entro una settimana, richiedendo l'assistenza del medico. Ma l'influenza può causare malattie gravi, o morte, specialmente nelle persone ad alto rischio. Il rischio più alto riguarda donne in stato di gravidanza, bambini dai 6 ai 59 mesi, anziani e soggetti con condizioni mediche croniche specifiche come HIV/AIDS, asma, patologie cardiache e metaboliche, come il diabete, e gli operatori sanitari. I numeri dell'influenza stagionale. Secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), i tassi annuali globali di influenza sono stimati al 5-10 per cento negli adulti ed al 20-30 per cento nei bambini. Nonostante la fascia di età con la più alta incidenza, gli anziani e i soggetti a rischio come gli operatori sanitari, le donne in gravidanza o le persone con malattie croniche, sono maggiormente interessati da gravi complicazioni. Ogni anno, in tutto il mondo, epidemie di influenza provocano da 3 a 5 milioni di casi di grave malattia e da 250 a 500 mila decessi, la cui maggior parte riguarda persone con età superiore ai sessantacinque anni. Secondo le stime del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), in Europa sono circa 40 mila all'anno le morti premature causate dall'influenza. In Italia invece ogni anno si registrano, secondo i dati INFLUNET, da 5 a 8 milioni di casi di sindrome influenzale, e l'influenza risulta, tra le patologie infettive, la terza causa di morte, preceduta soltanto da AIDS e tubercolosi. Strategie vaccinali. L'influenza stagionale ha un forte impatto socio-sanitario ed economico a livello globale. Nel 2003 l'Oms ha indicato ai Paesi membri di attivare con urgenza politiche vaccinali in grado di produrre un incremento delle coperture per l'influenza nei gruppi ad alto rischio e negli anziani al di sopra dei 65 anni, raggiungendo e mantenendo coperture vaccinali del 75 per cento come obiettivo minimo perseguibile e del 95 per cento come obiettivo ottimale. Questi obiettivi sono indicati nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2014-2018 che prevede l'offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale per i soggetti che, a causa delle loro condizioni personali o di esposizione, come nel caso degli operatori sanitari, corrono un maggior rischio di andare incontro a complicanze in caso di influenza, come gli anziani e le persone affette da patologie quali: . Malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio come l'asma, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopneumopatia cronico-ostruttiva (BPCO); . Malattie dell'apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite; . Diabete mellito e altre malattie metaboliche; . Insufficienza renale cronica; . Malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie; . Tumori; . Malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o HIV; . Malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale; . Patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici; . Patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad esempio le malattie neuromuscolari); . Epatopatie croniche. La vaccinazione rappresenta lo strumento più efficace per prevenire l'influenza e le sue complicanze gravi. Ogni anno la composizione dei vaccini viene aggiornata dall'Oms che, per la stagione influenzale 2017-2018, ha emanato la composizione contenente i ceppi A/Michigan/45/2015 (H1N1) pdm09-like virus, A/Honk Kong/4801/2014 (H3N2)-like virus e B/Brisbane/60/2008-like virus. Per i vaccini antinfluenzali quadrivalenti, l'Oms raccomanda inoltre l'inserimento del virus B/Phuket/3073/2013-like virus, in aggiunta ai tre suddetti. Anche la ‘Determina' dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFa), pubblicata in Gazzetta Ufficiale, prevede l'aggiornamento della composizione vaccinale in linea con le raccomandazioni dell'Oms. La campagna vaccinale, sempre secondo la determina dell'AIFa, sulla base del clima europeo e dell'andamento delle passate epidemie va fatta in autunno, dalla metà di ottobre fino al termine di dicembre. La protezione del vaccino comincia circa due settimane dopo la vaccinazione e dura per 6-8 mesi circa. La stagione influenzale 2017-18, secondo le previsioni degli esperti, sarà di ‘media intensità', simile a quella dello scorso anno. Sulla base dei virus circolati nell'emisfero australe, dove l'inverno è appena finito e in cui si sono osservati livelli di influenza abbastanza elevati, è possibile pertanto immaginare quella che potrà essere la stagione influenzale anche nell'emisfero occidentale. Il ‘quadrivalente'. Il nuovo vaccino antinfluenzale quadrivalente di Sanofi Pasteur ha ricevuto l'approvazione per l'Unione Europea e l'Italia nel 2016 e, oltre a essere già presente in altri 24 Paesi, è disponibile in Italia per la campagna di vaccinazione antinfluenzale annunciata dal Ministero della Salute. Si tratta di un vaccino antinfluenzale ad ampio spettro contro quattro ceppi, due di tipo A (A/H1N1 e A/H3N2) e due di tipo B (B/Victoria e B/Yamagata). Indicato per tutti i soggetti dai 3 anni in su, nasce come evoluzione del vaccino antinfluenzale trivalente Vaxigrip. (PIERLUIGI MONTEBELLI)

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