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I biomarcatori metabolici utili per far luce sull'obesità infantile

Uno studio condotto dall'Istituto di scienze dell'alimentazione di Avellino ha messo a confronto i campioni di urina di bambini normopeso e obesi, trovando significative differenze

Maria Rita Montebelli
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La popolazione mondiale ‘pesa' ogni giorno di più sul pianeta e non solo in termini di impatto ambientale: sempre più persone sono infatti sovrappeso o addirittura obese. A preoccupare è inoltre la comparsa molto spesso precoce, addirittura infantile, delle problematiche legate all'eccesso ponderale. L'obesità rappresenta un importante fattore di rischio di malattie croniche e, in età pediatrica, si associa a una più precoce insorgenza di patologie dell'età adulta come diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa e iperlipidemie. Tuttavia, i meccanismi metabolici con cui l'adiposità precoce può indurre tali malattie cronico-degenerative non sono ancora del tutto chiari. A tal riguardo, un significativo contributo arriva dall'istituto di Scienze dell'alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Isa-Cnr) di Avellino con un lavoro pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature. “Abbiamo analizzato campioni di urine di bambini appartenenti alla coorte italiana di un progetto pilota di cui siamo partner, 'I. Family' - spiega Rosaria Cozzolino dell'Isa-Cnr – i risultati iniziali hanno già permesso di evidenziare per la prima volta che nelle urine di bambini sovrappeso o obesi il profilo dei composti organici volatili (Vocs), prodotti nei normali processi metabolici dal nostro organismo, è significativamente differente, dal punto di vista qualitativo, da quello di bambini normopeso: alcuni composti presenti potrebbero quindi ricoprire il ruolo di biomarcatori metabolici dell'obesità infantile e delle relative complicanze”. L'introduzione di tecniche avanzate per l'estrazione dei Vocs da fluidi biologici ha già consentito di evidenziare che, in presenza di alcune malattie, i profili di tali sostanze possono subire alterazioni quali/quantitative. “Tali evidenze scientifiche hanno permesso, recentemente, l'individuazione di potenziali biomarcatori volatili nella diagnosi o nel monitoraggio di diverse patologie, tra cui infezioni batteriche, malattie cronico-degenerative, disturbi neurologici e diversi tipi di cancro - conclude la ricercatrice - la nostra linea di ricerca offre ora indicazioni promettenti per la comprensione dei processi e dei percorsi fisiopatologici che portano allo sviluppo dell'obesità e potrà contribuire in prospettiva a sviluppare nuove strategie terapeutiche. Inoltre, i campioni di urina, tra i vari fluidi biologici, presentano evidenti vantaggi per l'analisi dei metaboliti volatili, sia perché possono essere raccolti facilmente e in maniera non invasiva, sia perché contengono concentrazioni superiori di Vocs rispetto ad altri liquidi corporei”. (MATILDE SCUDERI)

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