Cerca
Logo
Cerca
+

Una combinazione efficacecontro il tumore del polmone

Presentati da Roche dati incoraggianti sull'uso dell'anticorpo monoclonale atezolizumab insieme a farmaci chemioterapici per il trattamento dei pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule (Sclc) esteso

Maria Rita Montebelli
  • a
  • a
  • a

Il carcinoma polmonare miete ogni giorno più di 4.800 vittime ogni giorno nel mondo. Un killer spietato contro il quale i ricercatori cercano incessantemente nuove terapie. Nel 15 per cento dei casi, chi riceve una diagnosi di tumore del polmone si trova ad affrontare una forma particolarmente maligna e aggressiva, il carcinoma polmonare a piccole cellule (Sclc). Ebbene per questo gruppo di pazienti Roche ha un'importante notizia: atezolizumab in combinazione con la chemioterapia ha dato prova di efficacia  come trattamento in prima linea per i pazienti affetti da carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso. Insieme, le due terapie migliorano significativamente la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da progressione. A dimostrarlo i risultati studio di fase III Impower 133, che sono stati presentati in occasione del Congresso mondiale sul cancro al polmone 2018 (Wclc) che si è svolto a Toronto nei giorni scorsi e pubblicati in contemporanea dal New England journal of medicine. “I risultati ottenuti con atezolizumab in associazione alla chemioterapia nel trattamento iniziale del carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso rappresentano un importante passo in avanti dopo oltre 20 anni di lotta contro questa malattia - ha affermato Sandra Horning, Roche's chief medical officer e head of global product development - Il nostro obbiettivo è quello di ricercare soluzioni terapeutiche per tutti i tipi di carcinoma polmonare e desideriamo collaborare con le autorità sanitarie globali per rendere disponibile atezolizumab il prima possibile ai pazienti che combattono contro questa forma di cancro ai polmoni particolarmente difficile da trattare”. Atezolizumab è un anticorpo monoclonale progettato per interferire con una proteina chiamata programmeddeath ligand-1 (Pd-l1), espressa sulle cellule tumoralie sulle cellule immunitarie. Inibendo la proteina Pd-l1, atezolizumab può attivare ilinfociti T - cellule fondamentali della risposta immunitaria - ripristinando la loro capacità di rilevare in modo efficace le cellule tumorali e di attaccarle. Inoltre, atezolizumab potrebbe essere utilizzato in associazioni con altre immunoterapie, con target therapy e con varie chemioterapie tradizionali per il trattamento di un'ampia gamma di neoplasie maligne. (MATILDE SCUDERI)

Dai blog