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Nutrizione clinica Testo condivisodalle società scientifiche

Un paziente oncologico su cinque muore di malnutrizione, uno su tre è mangia in maniera errata. Nonostante ciò questo problema è ancora oggi sottovalutato, non riconosciuto e non trattato

Maria Rita Montebelli
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La malnutrizione è una vera 'malattia nella malattia', che può determinare gli esiti clinici di molte patologie. Tra i dati più allarmati quelli relativi ai pazienti oncologici: a oggi, si stima che circa il 20% muore per le conseguenze della malnutrizione più che per la malattia di base. Proprio su questo tema è stato presentato a Milano nei giorni scorsi il primo Consensus Document sulla Nutrizione Clinica, firmato dall' Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) e dalla Società Italiana di Nutrizione Artificiale e Metabolismo (SINPE), con l'obiettivo di puntare i riflettori sulla malnutrizione, i cui costi sanitari sono superiori a quelli dell'obesità e rischiano di non permettere più un'adeguata copertura  da parte del SSN. L'Assessore alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia, Mario Melazzini ha dichiarato: “Accolgo con piacere il Consensus Document sulla Nutrizione Clinica, elaborato dalle due principali Società Scientifiche italiane, che hanno lavorato in modo sinergico con l'obiettivo di tutelare il bene della persona. Ciò può rappresentare uno stimolo per la crescita e per la ricerca e ad esso rivolgo il mio plauso non solo in qualità di assessore alla ricerca, ma soprattutto come paziente con criticità nutrizionali, testimoniando come un corretto supporto nutrizionale  possa migliorare quotidianamente la qualità della vita”. Il counselling dietetico, l'integrazione con supplementi nutrizionali orali, la nutrizione enterale o parenterale, per esempio permetterebbero la riduzione degli effetti collaterali legati ai trattamenti e la riduzione delle interruzioni del trattamento oncologico curativo. L'adozione di un protocollo di prevenzione, cura e monitoraggio precoce della malnutrizione per difetto, il cosiddetto “Percorso Parallelo”, può rappresentare una strategia innovativa ed efficace.   Il parere degli esperti. “La Nutrizione Clinica è infatti un fondamentale strumento da includere nei percorsi terapeutici – ha spiegato il professor Lucio Lucchin, Presidente ADI – UOC di Dietetica e Nutrizione Clinica Azienda Sanitaria dell'Alto Adige Comprensorio di Bolzano – che si inserisce nell'importante processo volto a migliorare il Sistema Salute attraverso riforme lungimiranti”. “La lotta agli sprechi con un'etica dello spreco e la ricerca di appropriatezza con personale formato, devono essere alla base per una sanità sostenibile e portatrice di salute. Un esempio di successo si è visto nel Comprensorio Sanitario di Bolzano, dove la centralizzazione della Nutrizione Artificiale ha permesso un risparmio di 18.000 euro in 4 mesi, solo per la nutrizione parenterale”. Il professor Gianni Biolo, Presidente SINPE - Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute, Università di Trieste, ha quindi sottolineato: “Numerosi studi di farmacoeconomia condotti in diversi paesi europei hanno infatti dimostrato che le complicanze della malnutrizione aumentano i costi sanitari causati dalla lunghezza dell'ospedalizzazione, dal tasso di riospedalizzazione, dall'incidenza di complicanze, dall'uso di antibiotici o dispositivi medici, impegno del personale sanitario”.   Italia a macchia di leopardo. Tra le principali complicanze della disfagia vi è la disidratazione, la malnutrizione e la polmonite da aspirazione (ab ingestis), che è causa della più alta mortalità tra tutte le polmoniti e richiede ospedalizzazioni spesso lunghe ed è gravata da elevati costi sanitari. Riconoscere precocemente segni e sintomi della disfagia ed attuare un intervento nutrizionale appropriato (dieta a consistenza modificata o nutrizione enterale), secondo quanto raccomandato dalle linee-guida internazionali, può prevenire complicanze gravi quali la polmonite da aspirazione, riducendo nel contempo i costi sanitari. L'accessibilità alle cure è però molto diversa da regione a regione. Per esempio la rimborsabilità dei Supplementi Nutrizionali Orali (ONS) e prodotti per disfagia non è attualmente garantita in tutte le Regioni Italiane. Solo alcune Regioni (per esempio Piemonte , Lombardia e Trentino Alto Adige) ne assicurano l'appropriatezza prescrittiva, effettuata presso i Servizi di Dietologia e Nutrizione Clinica, e la conseguente dispensazione a carico del SSN; in altre invece l'acquisto di tali prodotti rimane a totale carico del paziente, senza che possano nemmeno avere la loro detraibilità fiscale, come avviene per medicinali non rimborsabili e dispositivi medici. L'indagine epidemiologica nazionale SINPE 2012 sulla Nutrizione Clinica extra-ospedaliera ha rilevato che le indicazioni principali per la Nutrizione Domiciliare (NAD) sono quelle neurologiche (65%), oncologiche (19%) e l'insufficienza intestinale cronica benigna (6%). (M. M.)

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