L'italiano è troppo distrattosulle malattie cardiovascolari
‘Il cuore batte sul web', un'indagine promossa dalla Fondazione Italiana per il Cuore (FIPC) cercherà di capire su quali canali gli italiani cercano informazioni sulla salute, per poter costruire campagne di prevenzione mirate
Un italiano su due non sa che la prima causa di morte in Italia sono le malattie cardiovascolari. E si comporta di conseguenza. Non conosce (o finge di ignorare) che fumo, il troppo mangiare e il troppo bere, chili di troppo e sedentarietà rovinano giorno dopo giorno le arterie. Finché arriva il giorno del ‘big one', cioè dell'infarto o dell'ictus. Una mancanza di consapevolezza clamorosa, con conseguenze drammatiche sulla salute, che investe non solo l'Italia, ma tutta l'Europa, dove vivono 49 milioni di persone affette da malattie cardiovascolari e ne muoiono di queste 1,8 milioni l'anno. Importanti anche le ricadute economiche di queste patologie, i cui costi ammontano a 210 miliardi l'anno in Europa. Nel nostro Paese, i costi sanitari generati dalle malattie cardiovascolari ammontano a 15,7 miliardi l'anno, ai quali si aggiungono 5 miliardi di costi indiretti, quali perdita di produttività. "A queste cifre, già ragguardevoli – commenta Francesco Saverio Mennini, direttore Centro per la Valutazione Economica a HTA – vanno aggiunte quelle sostenute dal sistema previdenziale per le malattie cardiovascolari che ammontano oggi circa a 800 milioni di euro, con un trend in aumento. Questi dati ci fanno comprendere quanto sia importante e urgente prevedere degli interventi sia di natura preventiva, che di presa in carico precoce dei pazienti, così da ridurre oltre all'impatto clinico, anche quello economico e finanziario". Di fronte a queste cifre da capogiro, lo European Heart Network (EHN), insieme alla Società Europea di Cardiologia (ESC) hanno lanciato una call to action, sotto forma di lettera aperta alla neo-nominata Commissario Europeo per la Salute Stella Kyriakides. L'invito è di mettere in campo al più presto un piano d'azione per combattere le malattie cardiovascolari che, pur essendo la principale causa di morte in Europa, non ricevono da parte della UE la stessa attenzione dedicata ad altre patologie, né fondi adeguati per la ricerca. E il problema alla base di tutto sembra essere un'errata percezione circa l'impatto di queste malattie in termini umani, economici e sociali. Ma se il bandolo della matassa è la scarsa percezione della minaccia rappresentata da queste malattie, è proprio da lì che bisogna partire. “La Fondazione italiana per il Cuore – afferma Emanuela Folco, che ne è la presidente – si conferma allineata con la proposta europea nello sviluppare iniziative che aiutino ad aumentare il livello di consapevolezza sul rischio delle malattie cardiovascolari. Per iniziare, è necessario comprendere come e dove gli italiani cercano le informazioni riguardanti la salute”. Solo così sarà infatti possibile intercettarli con dei messaggi di prevenzione portati sui loro canali preferenziali. La FIPC ha dunque chiesto alla società di ricerche IQVIA di condurre una ricerca sul web, “che rappresenta – spiega Isabella Cecchini, direttore Primary Market Research IQVIA, Italia – nel 70 per cento dei casi il primo canale di accesso alle informazioni sulla salute (oltre che luogo di approfondimento e di condivisione sulle esperienze di malattia e cura), seguito dal medico di famiglia (60 per cento), senza contrapposizione”. E' da queste premesse che nasce il nuovo progetto di web & social listening, ‘Il cuore batte sul web'. “Vogliamo capire – spiega Emanuela Folco – l'importanza dei diversi canali e gli strumenti principali che offrono informazioni sulla salute del cuore. Crediamo in interventi mirati con campagne efficaci e scientificamente solide. L'aiuto che la nuova indagine sul mondo social e web ci fornirà, servirà a tarare al meglio le nuove campagne, con l'obiettivo di aumentare il livello di consapevolezza della popolazione generale sulle malattie cardiovascolari “. “E' una campagna pensata per la testa degli italiani – ha commentato l'onorevole Beatrice Lorenzin, intervenendo alla conferenza stampa di lancio del progetto presso la Camera dei Deputati – che servirà ad aumentare la consapevolezza sulle malattie cardiovascolari. Ma per far questo sarà necessario avventurarsi nel Far West del web dove tutti vanno a cercare informazioni, imbattendosi magari in fake news, nel dottor Google, in campagne anti-scientifiche e in ‘guru' della salute per niente qualificati. La salute è un bene prezioso da preservare e le donne sono le protagoniste della prevenzione in famiglia: dalla gestione della dieta, al ricordare ai propri cari di assumere le terapie e di fare gli esami consigliati”. I risultati dell'indagine ‘Il cuore batte sul web', realizzata grazie al contributo non condizionante di Sanofi, saranno presentati il prossimo marzo. (MARIA RITA MONTEBELLI)