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La salute è a rischio nei bagni degli uffici

Quasi 1 lavoratore su 4 non si lava le mani dopo aver usato il bagno, in ufficio e non solo, quando è di fretta. E purtroppo le mani sporche possono trasferire i batteri fino a 5 superfici e contagiare altre 14 persone

Maria Rita Montebelli
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Il 19 novembre ricorre il World Toilet Day, istituito dalle Nazioni Unite nel 2001: una giornata nata con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni verso le molte persone che ancora vivono senza servizi igienici adeguati. Sebbene il bagno ed in generale i sanitari siano oggi dati per scontati, sono invece ancora molti i paesi in via di sviluppo dove anche solo l'uso dell'acqua corrente è una conquista. In Occidente, d'altro canto, sebbene la maggior parte delle persone abbia la possibilità di permettersi servizi igienici, sono ancora sottovalutate alcune buone pratiche comportamentali, soprattutto nei luoghi di lavoro, dove sia la mancata pulizia periodica dei servizi sia la scarsa manutenzione possono scoraggiare i lavoratori ad una corretta igiene. A tal proposito Initial, azienda di servizi per l'igiene, ha realizzato una ricerca internazionale per indagare le abitudini dei lavoratori e il loro rapporto con i servizi igienici nei luoghi di lavoro. Dalla ricerca emerge che l'84 per cento degli intervistati sostiene di lavarsi le mani dopo aver utilizzato i servizi, ma il 37 per cento dello stesso campione ammette anche di non lavarle quando è di fretta. Scenario reso ancora più interessante da due fattori curiosi: il 33 per cento degli intervistati utilizza lo smartphone quando va alla toilette e il 12 per cento addirittura porta del cibo in bagno, a testimonianza di come l'utilizzo dei servizi igienici venga spesso associato ad altre attività che nulla hanno a che fare con l'igiene personale.Dati questi presupposti, non è forse un caso che il 42 per cento degli intervistati dichiari di non stringere la mano a persone che sono appena uscite dal bagno. Inoltre, dallo studio emerge un altro dato importante: il 49 per cento degli intervistati dichiara di pranzare alla propria scrivania, contribuendo ad una modalità comportamentale che favorisce una maggiore diffusione di germi. “Il rischio biologico può essere considerato senza dubbio trasversale ai diversi luoghi di lavoro – commenta Luca Peretti, Quality, Safety, Health& Environment manager di Rentokil Initial Italia – Infatti, in questi ambienti sono molti gli spazi comuni e gli oggetti a disposizione di tutti, dalla macchina del caffè alle maniglie delle porte, passando per i computer e i telefoni. Secondo i nostri studi, chi lavora in ufficio viene a contatto con oltre 10 milioni di batteri ogni giorno. Le mani contaminate possono trasferire questi batteri fino a 5 superfici e contagiare fino a 14 altre persone attraverso il solo tocco”. Ma cosa possono fare i datori di lavoro per i propri dipendenti per diminuire i rischi? Una delle motivazioni date da chi non si lava le mani è la mancanza di sapone o salviette/asciugamani (20 per cento), mentre il 16 per cento ammette di uscire subito dal bagno a causa dei cattivi odori. Sebbene le buone abitudini igieniche dipendano in primis dal singolo individuo, le condizioni soddisfacenti in cui si trovano i servizi e la sensibilizzazione rispetto all'importanza della pulizia delle mani possono giocare un ruolo importante nella prevenzione di rischi per la salute. (PIERLUIGI MONTEBELLI)

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