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Caffè, il legame insospettabile con Parkinson e Alzheimer: studio sconvolgente, quante tazzine bisogna bere

Caterina Spinelli
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Contrordine dalla Gran Bretagna: "Il caffè fa bene". Eccome, la caffeina infatti ha effetti positivi per la salute del fegato, per la prevenzione di alcuni tumori e per molte funzioni fisiologiche dell'uomo. Non solo, la bevanda esercita una forte azione preventiva e protettiva nei confronti del diabete e della malattia di Parkinson. Ad assolvere il caffè è la Queen Mary University che ha effettuato uno studio su 8.412 persone e che ha espresso l'ardua sentenza: anche 25 tazzine di caffè al giorno non provocano danni alle arterie. Il professor Metin Avkiran, direttore medico associato presso il BHF, ha detto che lo studio "esclude il potenziale effetto negativo sulle nostre arterie". Il risultato dell'esperimento è stato presentato alla British cardiovascular society conference di Manchester. Leggi anche: La fregatura dei bar: ecco perché le tazzine costano di più Un'altra ricerca, questa volta dell'università della Florida, ha dimostrato che bere fino a cinque tazze al giorno di caffè sarebbe molto utile per contrastare i problemi di memoria legati all'Alzheimer. La caffeina, secondo il team americano, ostacola la produzione di placche beta amiloidi nel cervello, traccia "inconfutabile" della patologia neurodegenerativa. La caffeina quindi sarebbe in grado di intervenire su quegli enzimi che accendono la produzione della proteina sotto accusa, riuscendo contemporaneamente a contrastare l'infiammazione che colpisce il cervello quando ha inizio la iper-produzione di beta amiloide. In conclusione "è possibile che la caffeina non solo protegga dall'Alzheimer intervenendo direttamente nel processo di formazione della malattia, ma addirittura possa curare questa patologia".

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