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Tumori, scoperta la molecola che blocca la crescita: su quali può intervenire, svolta rivoluzionaria

Gloria Gismondi
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I ricercatori del dipartimento di Medicina molecolare dell'Università La Sapienza, in collaborazione con l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, hanno annunciato di aver scoperto un nuovo meccanismo molecolare in grado di bloccare la crescita dei tumori. Dalla ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications, emerge che questo meccanismo può funzionare in quei tumori caratterizzati da un'alterazione della via di segnale di Hedgehog. Questa, coinvolta nello sviluppo di molte neolplasie, è fondamentale nel corretto sviluppo di un organismo, ma al contempo può diventare dannosa se impropriamente stimolata. La sua attivazione, se non controllata, è causa di molti tumori, tra i quali il  medulloblastoma, diffusissimo tumore cerebrale infantile. "Per questo motivo, comprendere i meccanismi che regolano la via di Hedgehog e studiarne il coinvolgimento nei processi che conducono alla formazione dei tumori, rappresenta un punto cruciale nello sviluppo di nuove strategie terapeutiche personalizzate e sempre meno tossiche", osserva il team di ricercatori.  Leggi anche: Un nuovo progetto del Besta: immunoterapia e glioblastoma Alla guida dell'equipe Lucia Di Marcotullio, del dipartimento di Medicina Molecolare, in collaborazione con Doriana Fruci, del dipartimento di Oncoematologia del Bambino Gesù di Roma. Il team ha studiato il ruolo di Erap1, proteina coinvolta nella risposta immunitaria, nella progressione tumorale, e hanno individuato come questa sia un importante regolatore della via di Hedgehog. I ricercatori, riconoscendo nell'Erap1 un promettente bersaglio terapeutico, hanno dimostrato in diversi modelli sperimentali, sia in vivo che in vitro, che la proteina, se inattivata, determina il blocco della crescita della massa tumorale. "In questo studio aggiungiamo un nuovo tassello alla funzione di Erap1 nella tumorigenesi, dimostrando che l'inibizione di Erap1 blocca la progressione tumorale su più fronti, agendo direttamente sulla proliferazione cellulare e indirettamente rendendo le cellule tumorali più suscettibili all'eliminazione ad opera delle cellule immunitarie" ha spiegato Di Marcotullio. La ricerca è stata finanziata dall'Associazione italiana ricerca contro il cancro (Airc).

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