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Coronavirus, Roberto Burioni avvisa la Toscana: "C'è bisogno della quarantena, si rischia catena di contagi"

Gabriele Galluccio
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Continua a tenere banco il caso delle 2500 persone che rientreranno in Toscana dopo aver festeggiato il capodanno in Cina. La Regione continua a sostenere che la quarantena non è necessaria, nonostante praticamente tutti gli esperti siano contrari ad affrontare con così tanta leggerezza il rischio del coronavirus. A partire da Roberto Burioni che, nella mattinata del 19 febbraio, esplicita chiaramente il proprio pensiero sul sito Medical Facts: "La quarantena sarebbe un minimo sacrificio per i 2500 cittadini che porterebbe però una grandissima sicurezza per tutti gli altri. Nessuno pretende che vengano rinchiusi in carcere, basterebbe chiedergli di rimanere a casa per due settimane". Per approfondire leggi anche: "Sono tornato dalla Cambogia e nessuno mi ha chiesto niente" Quello della Regione Toscana è un vero e proprio azzardo, nonché un rischio evitabile: "Sappiamo con certezza - scrive Burioni - che la malattia ha un'incubazione libera da sintomi e sappiamo con altrettanta certezza che il contagio può avvenire anche da persone che hanno dei sintomi se non assenti, certamente minimi. Uno o più di questi 2500 individui che ritornano dalla Cina potrebbe essere infettato, essere momentaneamente in perfetta salute e tra qualche giorno ammalarsi". Di conseguenza basterebbe un solo caso di coronavirus per correre il rischio di "infettare altre persone e iniziare una pericolosissima catena di contagi che a quel punto potrebbe essere molto difficile da fermare". Alla luce di ciò, la Regione Toscana farebbe bene a tornare sui propri passi o almeno a votarsi a qualche santo affinché tutto vada per il meglio.

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