Cerca
Cerca
+

Gli elefanti come i ragionieri

default_image

sono bravi in matematica

Eloisa Palomba
  • a
  • a
  • a

Tokyo- Gli elefanti sono noti ai più per la loro proverbiale memoria, anche se recenti studi dell'università di Tokyo hanno dimostrato che gli amici con la proboscide sono anche straordinariamente bravi in matematica. Gli elefanti, infatti, sanno contare. La ricercatrice Naoko Irie dell'università di Tokyo, in Giappone, è autrice di un esperimento, presentato al meeting annuale dell'International Society for Behavioral Ecology, che dimostra la spiccata predisposizione dei pachidermi per l'aritmetica. Ashya, un elefante asiatico, è stato il protagonista di questo esperimento. Un addestratore ha riempito due secchi di mele, mettendo tre frutti in uno dei contenitori e un solo frutto nell'altro. Quindi ha aggiunto 4 mele al primo secchio e 5 al secondo, e ha dato ad Ashya il tempo di riflettere. Detto fatto: l'elefante si è diretto senza indugi verso il primo contenitore, calcolando che tre più 4 (uguale 7) è sempre meglio di uno più 5 (uguale 6).  Nonostante la differenza numerica del contenuto dei due secchi fosse minima (uno scarto di appena un frutto), Ashya non ha avuto esitazioni, quando invece molti altri animali,quando la differenza numerica tra due insiemi è minima, avrebbero fatto, probabilmente, confusione. Gli elefanti, invece, riescono a sommare piccoli numeri con un'accuratezza pari ad almeno il 90%. Come Ashya anche gli altri 3 gli esemplari messi alla prova dalla studiosa nipponica sono riusciti a distinguere altrettanto bene mucchietti simili o molto diversi tra loro: capivano qual era il più consistente sia quando la differenza era fra una e 5 mele sia quando il divario era fra 5 e 6 frutti. Ma come mai proprio gli elefanti, e non altri animali, sono capaci di queste particolari “finezze” aritmetiche? Una prima ipotesi riguarda il fatto che gli elefanti vivono di solito in piccoli gruppi e che quindi può tornar loro utile riconoscere la comunità più numerosa, dunque più forte. Una seconda ipotesi, invece, è di tipo evoluzionistico: le virtù aritmetiche di questi mammiferi potrebbero essere un effetto collaterale legato alle grandi dimensioni del loro cervello e alla loro parentela con animali più intelligenti.

Dai blog