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Climagate, continuano le bugie

in attesa del Vertice di Copenaghen

Maria Acqua Simi
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Pochi giorni fa, sul nostro sito, avevamo scritto del Climagate. Lanotizia era, in poche parole, questa: la notte dello scorso 20novembre un hacker si intrufola nella banca dati del Cru (Centro di ricerca sul clima) dell'Università inglese dell'East Anglia.Poche ore dopo, a migliaia di chilometri di distanza (Russia) compaionosu un database migliaia di dati e di e-mail che gli scienziati del Crusi sarebbero scambiati dal 1996 ad oggi. Mail che attesterebbero – ed èqui l'inghippo – come il global warming, il surriscaldamento globale, sia una gigantesca panzana. Tutto questo a quindici giorni dal Vertice di Copenaghen, ovvero quella riunione di leader di Stato che dovrebbe decidere la riduzione delle emissioni di Co2 nel globo. Così oggi, dopo le dimissioni di uno dei mebri del Cru, le notizie sono altre. Come le sette più grandi bugie in circolazione riguardanti il "global warming" o le belle paginate de La Stampa che spiegano: "i calcoli erano sbagliati: gli oceani saliranno di un metro in più". Due pagine che il quotidiano torinese dedica al "dettagliatissimo studio" dello Scientific Committee on Antarctic Research, un'associazione di Cambridge, che spiega come per lo scioglimento di Groenlandia e Antartide Londra e New York finiranno sommerse dai mari entro la fine del secolo. Insomma, diventeremo tutti una sorta di Atlantide, se non fosse che dal sito Climate Monitor arriva, secca, la smentita (http://www.climatemonitor.it/?p=5746). Ci suggerisce il tutto la buona penna del Foglio, Piero Vietti. Gli scienziati climatici, racconta invece avrebbero manipolato i dati, messo a tacere le rilevazioni empiriche che confutavano il riscaldamento globale e in alcuni casi, si sarebbero accordati con le organizzazioni ambientaliste.

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