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Il tradimento delle donne:

l'infedeltà è scritta nel dna

Carlotta Clerici
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La donna è mobile, dice un'aria maliziosa del Rigoletto. Un'intuizione, quella di Verdi, che sembraanticipare le ultime scoperte scientifiche sul tradimento femminile. Secondo gli ultimi studi, infatti, l'infedeltà del gentil sesso sarebbe dipesa da una vera e propria 'condanna biologica', scritta nel Dna. Un must genetico chenel tempo si adatta ai nuovi modelli sociali. A declinare al femminile le tesidello zoologo Desmond Morris, celebre autore del libro 'La scimmia nuda', èAlberto Caputo, psichiatra e psicoterapeuta dell'Aispa (Associazione italianadi sessuologia e psicologia applicata). “L'infedeltà è scritta nei geni”, è lateoria dello studioso inglese. Con la differenza che: “mentre il maschio è unpoligamico seriale, cioè punta alla quantità – speiga Caputo – la femmina miraalla qualità ed è opportunisticamente poligamica”. Per giustificare lascappatella extraconiugale, insomma, la scienza ripesca Darwin e tutta lateoria dell'evoluzione.”Dal punto di vista neuroevoluzionistico – insistono gliesperti – la specie umana prevede legami a breve termine di tipo poligamico. Lanostra specie è caratterizzata da una bassa natalità e da una bassaprolificità, e dal fatto di avere una prole che implica cure parentalilunghissime”, precisa lo psichiatra. Per superare questi limiti, quindi, “ilmaschio deve assicurarsi le massime possibilità riproduttive, diventandoappunto un poligamico seriale, mentre la femmina ha il compito di garantire laqualità della progenie e pertanto si ritrova a essere opportunisticamentepoligamica”. Anche l'istinto, però, fa i conti con la società che cambia. Ecosì, riflette Caputo, nel terzo millennio la donna si è liberata daglistereotipi che la volevano moglie e madre per tutta la vita e ha iniziato atradire alla luce del sole. “Superati i 40 anni, una volta esaurito il suociclo biologico e sociale, cioè dopo essersi fatta una famiglia e averepartorito dei figli – hanno osservato gli specialisti – la donna moderna,sempre più spesso, cambia vita”. Molla tutto, volta pagina e “si accoppia conuomini più giovani. Liberamente e senza condanne sociali, anzi guadagnandosi ilplauso delle colleghe". Detto questo si spiegherebbe lamoda, in voga da qualche anno tra le dive americane, dei 'toy boy', ossia queiragazzi ‘giocattoli', usati come accompagnatori e trofei da sfoggiare in giro,piuttosto che come compagni di vita.

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