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Germania e alluvioni, Mario Tozzi: "Cambiamento climatico anomalo e accelerato. Sono gli ultimi avvisi prima del disastro"

 Mario Tozzi

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Dietro al caldo record del Canada, allo scioglimento dei ghiacciai e da ultimo le alluvioni della Germania, scrive il geologo Mario Tozzi in un inquietante articolo su La Stampa, c'è il cambiamento climatico. "A guardare quanto sta accadendo in Germania sembra di essere in Italia: alluvioni come mai viste da tre secoli, decine di vittime, case e infrastrutture distrutte, ponti crollati e villaggi sommersi. In poche ore sono caduti fino a 250 litri di pioggia per metro quadro, in un quadro tipico di flash flood, alluvioni istantanee che ormai flagellano non solo il nostro martoriato territorio. E che si accoppiano con le temperature estreme registrate in Canada, con la fusione dei ghiacciai polari e con l'innalzamento del livello dei mari". Tutto questo, continua Tozzi, "ha un nome e un cognome e si chiama cambiamento climatico, che è anomalo e accelerato rispetto al passato e che, diversamente dai secoli scorsi, dipende esclusivamente dalle attività produttive dei sapiens che vomitano in atmosfera milioni di tonnellate di gas clima alteranti derivati dalla combustione e dall'uso improprio del territorio".

 

 

Insomma è ormai evidente a tutti, anche agli scettici, che "questi fenomeni sono legati dal minimo comune denominatore dell'estremizzazione del clima, il fenomeno ambientale più grave non tanto per il pianeta quanto per il benessere e, in casi sempre più frequenti, per la vita dei sapiens", osserva il geologo. "Non volendo tornare sulle cause ormai arcinote, e sapendo benissimo che l'unica cosa da fare nell'immediato è azzerare le emissioni clima alteranti, esattamente come prevede l'Unione Europea nelle sue ultime proposizioni, possiamo domandarci come evolverà la situazione climatica nei prossimi tempi".

 

 

"Che scenario possiamo immaginare?", si chiede Tozzi. Risposte certe non ce ne sono "ma i modelli meteorologici finora affinati hanno anticipato molto bene la realtà: le perturbazioni a carattere violento saranno più frequenti, più potenti, fuori stagione e anche fuori dalle regioni normalmente coinvolte. Tutto questo se l'incremento di temperatura dell'atmosfera si limiterà al massimo a due gradi, perché se sarà maggiore le conseguenze saranno catastrofiche e irrimediabili. Sono reversibili queste tendenze? La risposta è no, non lo sono in tempi brevi, anzi peggioreranno senz' altro perché l'atmosfera ha un'inerzia spaventosa".

 

 

Insomma è già troppo tardi secondo il geologo: "Se azzeriamo di colpo tutte le emissioni, prima di vedere scendere la curva delle temperature dovremmo aspettare un tempo che non possiamo permetterci". Possiamo però "rendere più lento il surriscaldamento dell'atmosfera e limitarlo dentro i due gradi, agendo prima di tutto sulle cause, cioè levando ogni forma di sovvenzione ai petrocarbonieri, evitando di cercare e trivellare nuovi giacimenti e ricorrendo alle fonti rinnovabili". Sono "gli ultimi avvisi di disastro", conclude amaro. 

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