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Vaccino, crollo della protezione: ecco qual è il siero peggiore, una differenza abissale
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Qual è l'efficacia dei vaccini Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson a sei mesi dall'iniezione? Ha provato a rispondere a questa domanda uno studio americano, di recente pubblicato sulla rivista Science. La ricerca ha sottolineato che la protezione di questi farmaci dall'infezione è calata in modo drastico, soprattutto da quando la variante Delta è diventata predominante.
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Il vaccino che ha "perso" di più è il J&J. Lo studio americano, in particolare, si è concentrato sull'efficacia dei vaccini nel proteggere dal contagio, dalla malattia e dalla morte i veterani dell’esercito americano. L’indagine è stata condotta tra il primo febbraio e il primo ottobre 2021 su 780.225 veterani. Dunque i ricercatori, come riporta il Corriere della Sera, hanno scoperto che all’inizio di marzo, mentre la variante Delta stava iniziando a diffondersi negli Stati Uniti, i tre vaccini erano più o meno uguali nella loro capacità di prevenire le infezioni. La protezione dall’infezione era dell'86,4% per i vaccinati con J&J, dell'86,9% per i vaccinati con Pfizer-BioNtech e dell'89,2% per i vaccinati con Moderna.
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A sei mesi di distanza, però, la situazione è cambiata. A settembre 2021, infatti, l’efficacia nel proteggere dall’infezione è scesa al 13,1% per i vaccinati con J&J, al 43,3% per i vaccinati con Pfizer-BioNTech e al 58% per i vaccinati con Moderna. Il calo più pesante, come dimostrano i numeri, è quello registrato da Johnson&Johnson. Un discorso a parte merita invece la protezione dalla morte. Anche questo aspetto, infatti, è stato esaminato nello studio. A differenza del rischio di infezione, però, l’efficacia nei confronti dei decessi causati da Covid-19 è rimasta alta nel tempo. "Rispetto ai non vaccinati, i veterani completamente vaccinati avevano un rischio molto più basso di morte dopo l’infezione", hanno scritto i ricercatori, che incoraggiano la terza dose per tutta la popolazione così da bloccare la circolazione del virus.
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