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Pavia lancia la fisioterapia con l'Avatar

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Nuova tecnologia per riabilitazioni difficili dopo ictus, trauma cranico, incidenti sportivi

Michela Ravalico
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Pavia si lancia nella fisioterapia tecnologica e studia un macchinario in cui il paziente potrà allenarsi direttamente con il proprio alter ego Avatar. Un po' come nel kolossal di Cameron, le sedute di fisioterapia si trasformeranno in un faccia a faccia con il proprio avatar in un duro percorso verso il recupero dei movimenti dopo un ictus cerebrale, un trauma cranico, un incidente sportivo. La tecnologia si chiama Lokomat. E' un sistema robotizzato che dà vita a un alter ego digitale e permette di affiancare la realtà virtuale al fisioterapista nell'attività di riabilitazione motoria. Lokomat è attivo da un paio di mesi all'Istituto scientifico di Montescano della Fondazione Maugeri di Pavia, dove lo staff della Divisione di riabilitazione neuromotoria III sta esplorando le potenzialità di questa nuova strategia. Un computer - il cervellone del Lokomat - schedà i parametri motori del paziente ed elabora un programma riabilitativo su misura. Il resto lo fanno un tapis roulant e un'imbracatura che «consente di supportare il peso dei pazienti non più in grado di sostenersi, mentre un esoscheletro applicato agli arti inferiori e guidato al computer fa 'camminarè il paziente con parametri di velocità, lunghezza e carico del passo regolabili», spiega in una nota Roberto Casale, responsabile dallo staff della Divisione di riabilitazione neuromotoria III - disturbi del movimento e del Servizio di neurofisiologia. Se il paziente non è in grado di deambulare il Lokomat gli fornirà assistenza totale, e l'intervento del robot sarà sempre proporzionale alle sue capacità e alla fase di recupero, sotto stretto controllo dell'equipe. Pian piano, spiegano gli esperti, verrà concesso sempre maggior carico sul tapis roulant, consentendo di rinforzare la muscolatura, riprendere le funzioni collegate alla marcia e riacquisire una corretta dinamica del movimento. Al fianco del paziente lavorerà non un trainer, ma due: il fisioterapista in carne ed ossa e l'avatar che da uno schermo al plasma riproduce i movimenti del paziente e permette di ottenere un feedback sulla correttezza dell'esecuzione.

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