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Tumore ai polmoni, il farmaco che fa "sparire" le metastasi: la nuova cura

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Arriva anche in Italia la nuova cura in grado di bloccare per diversi anni la progressione di un tumore ai polmoni in pazienti che già presentano metastasi cerebrali: con la pubblicazione della determina in Gazzetta Ufficiale (n.283/4 dicembre 2023), l'Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato la rimborsabilità in prima linea di Lorviqua (lorlatinib), inibitore della tirosin-chinasi (TKI) di terza generazione, in pazienti adulti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule (Nsclc) in stadio avanzato positivo per la chinasi del linfoma anaplastico (ALK), non trattati in precedenza con un inibitore di ALK.

Si tratta di un passo avanti ulteriore nel trattamento di questa specifica neoplasia, presente nel 5-7% dei casi di tumore del polmone non a piccole cellule e con una maggiore incidenza in pazienti più giovani (sotto i 50 anni) preferenzialmente - ma non esclusivamente - non fumatori, la cui malattia risponde molto meno ai regimi chemioterapici standard.

 

 

In Italia, il tumore del polmone è la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e la terza nelle donne (6%), oltre che causa di un numero di decessi superiore a quello di qualunque altra forma di cancro. Secondo gli ultimi dati Aiom-Airtum, l'anno scorso nel nostro Paese sono state stimate circa 44.000 nuove diagnosi di tumore al polmone (30.000 uomini e 14.000 donne). La maggior parte di questi casi corrisponde all'istologia non a piccole cellule. All'interno di questo gruppo, la ricerca scientifica ha individuato numerose alterazioni molecolari che possono determinare l'insorgenza e lo sviluppo della patologia neoplastica. Tra queste, l'alterazione a carico del gene ALK che rappresenta un importante target terapeutico.

"Il tumore del polmone rappresenta una patologia frequente e molto complessa - spiega Silvia Novello, professore ordinario di Oncologia medica al Dipartimento di Oncologia dell'Università di Torino e presidente di Walce Onlus -. Grazie alle nuove tecnologie di sequenziamento del Dna, sono ormai note molte alterazioni molecolari del Nsclc che condizionano la biologia di questo tumore, alcune delle quali si realizzano nelle prime fasi di sviluppo e sono essenziali per la sua crescita e, quindi, possono rappresentare dei target terapeutici. L'identificazione di questi target è fondamentale per poter identificare il bersaglio di farmaci che garantiscono ai pazienti un'aspettativa di vita sorprendentemente superiore e questo è possibile solo con una corretta e tempestiva profilazione molecolare".

 

 

In questo contesto "effettuare il testing molecolare completo al basale per identificare la proteina ALK è indispensabile per orientare correttamente già la prima decisione terapeutica. I pazienti con NSCLC ALK+ sono più giovani della media, uomini e donne in prevalenza non fumatori e in buone condizioni generali, ma con un'alta incidenza di metastasi cerebrali al basale (fino al 40%). Il sistema nervoso centrale è inoltre per questi pazienti un sito frequente di progressione della malattia; pertanto, la prevenzione delle metastasi cerebrali durante la prima linea di trattamento assume un ruolo fondamentale nella gestione della malattia. Le terapie 'targeted' agiscono in modo mirato su specifici bersagli molecolari, migliorando l'aspettativa di vita dei pazienti e la qualità della stessa rispetto alla chemioterapia tradizionale". È il caso di lorlatinib, inibitore della tirosin chinasi (TKI) di terza generazione e disegnato specificatamente per superare la barriera ematoencefalica e agire quindi a livello cerebrale, nonché per essere attivo anche in pazienti precedentemente trattati in cui si siano sviluppate delle mutazioni secondarie di resistenza.

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